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20 gennaio 1645 Gerolamo Giusto

Dispaccio del 26 marzo 1646

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
capitorono qui l’altr’hieri con ordini di Vostra Serenità l’Illustrissimo signor Podestà e Capitanio di Capo d’Istria con il signor Cavalier Gori, quali, dopo haver osservato il sito e stato della fortezza, si transferirono sopra il scoglio grande situato in faccia la bocca, et in mezo di questo porto, delle quali osservationi l’Eccellenze Vostre da loro haveranno l’aviso. Ma così come vivo bramoso del publico bene, come l’esser pontuale nel mio debito verso la Patria, così devo significarLe che stimavo ben anco con la missione di quest’Illustrissimi signori vi dovessero capitare periti, come m’era stato espresso in ducali di 9 decembre passato. E ciò mi sarebbe riuscito di somma consolatione, perch’haverei potuto rappresentarLe tutta la spesa distinta, che fosse andata per ridurre a perfettione questa piazza, che conviene terrapienarla. Ha quattro baloardi, con i quali s’assicura la difesa et offesa; et havendo io bene osservato particolari essentiali, parmi che la spesa non habbi ad esser così grande quanta possi esser stimata, atteso ch’ogn’uno di questi baloardi ha da un fianco all’altro di circuito passa 44 di ronda, dove l’Eccellenze Vostre possono argumentare, ch’ad empire e dargli l’anima di terra, non v’anderebbe materia di consideratione, bastandovi solamente due passi d’altezza sopra il cordone della ronda. La terra, ch’a tal opera doverà servire, è qui d’intorno le mura, ch’a tal effetto fu lasciata quando cavarono li fondamenti, et a’ luoghi è circa due passa lontana, sì che, oltre l’haver facile il trasportarla, si leva anco l’occasione di poter scalare. Ma perché questa fortezza ha due monti, l’uno di San Michele e l’altro del Zaro, che per vicinità et altezza rendono qualche gelosia, sarà necessario però a mio parere a questa perfettione l’assistenza di alcun ignegnero, per prevenire con l’arte al male che questi due luoghi in caso di guerra naturalmente possono portare. Similmente devo portarle ch’essendo la materia molto vicina al bisogno, haverà la Serenità Vostra anco le genti a prezzo convenienti, ritrovandosi necessitosi d’ogni cosa, onde Lei ne verrà a fare il suo servitio con opportunità et beneficio commune. Gl’effetti di queste mie riverenti considerationi si conosceranno con l’esperienza d’uno di questi baloardi, il che riuscendo profittevole potranno l’Eccellenze Vostre far continuare gl’altri. Quanto poi al particolare proposto dal signor Gori di far un forte nel scoglio grande lo stimarei proposito, quando non si trovassero incontri del monte della torre del Musile, che rende necessaria consideratione con la misura della distanza, se l’inimico possa impedire la difesa col cannone. Ma in riguardo di tutte queste cose necessarie, prima si rende la perfettione della fortezza, tant’imperfetta quant’ho con mie lettere riverentemente rapresentato alla Serenità Vostra, perché poi il forte riceverebbe calore dalla medesima, et così con l’assicurarsi in terra, s’assicureria anco in mare, essendo diversi posti in questo distretto; senza della qual perfettione, non havendo inimico impedimento dalla fortezza, il posto anco di Polesano riuscerebbe infruttuoso. Per tanto la Serenità Vostra si degni d’aggradire questa disgressione da me stimata proficua, e necessaria del mio debito in testimonio del zelo, e desiderio (...)to di profittar sempre alla mia patria. E mentre con l’incessanti applicationi porto i proffitti di questa piazza, supplico per provedimento di denaro a sostentamento di queste militie, essendone hormai creditrice. Gratie etc.

Puola, li 26 marzo 1646.

Gerolamo Zusto, Conte e Proveditor.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.