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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 13 febbraio 1797

N. 55

Serenissimo Principe,
l’improvvisa comparsa de’ bastimenti pontifizj, che in questi due giorni approdarono a queste rive, mi hanno assicurato non pur dell’invasion de’ francesi nello stato della Santa Sede, ma della costernazione, che sparse negli abitanti di Ancona la temuta militar licenza degli aggressori.
Cento e dodici individui in due giorni cercarono qui un asilo di sicurezza.
Fanciulli lattanti, donne incinte e puerpere, vecchj quasi impotenti, qualche negoziante ed artisti formano il completo di questi infelici, che non seppero resistere al proprio spasimo, ed azzardarono la loro vita sopra barche senza attrecci, piene d’acqua, non atte alla navigazione.
Non dubbj riscontri mi accertano, che da Ancona, e da altre città della Romagna siansi staccate precipitosamente molteplici imbarcazioni per l’Istria, per Lossin, e pei porti inferiori della Provincia.
L’umanità non sa resistere a sì commovente spettacolo di desolazione, ne io potei rifiutar l’implorato asilo interinale, a tanti sciagurati, che reclamano appunto i diritti dell’umanità, che frequentano il commercio colla Provincia, e portano nell’affluenza de’ generi i mezzi di sostentamento delle suddite popolazioni.
Ben comprendo però la delicata circostanza, quanto influir possa alle viste politiche del Governo; nè lascio di umiliarne il relativo sollecito rapporto alla Sapienza di Vostra Serenità, implorando, che siano determinate precise misure alla mia esattezza per una conveniente direzione.
Forse modificati gli urti della paura, succedendo nè spiriti convulsi la calma potranno volontarj risolversi al ripatrio; ma se a qualunque lusinga resistesse negli emigrati il consiglio di ritornare alle naturali relazioni, e spingesse altri ad imitarne l’esempio colla deliberata idea di cambiar domicilio, e contraere il carattere di veneta sudditanza, io sollecito rispettosamente i comandi sovrani a mia regola per istruire del pari le subalterne rappresentanze.
Il negoziante Gioacchino Farinelli intanto con bastimento carico di sue merci, sulle prime notizie della minacciata invasione abbandonò la su casa di negozio in Ancona, e passò a Spalato per combinarvi lo smercio, e forse stabilirvi il suo permanente domicilio.
Il di lui esempio (e me ne assicurò il console pontificio qui residente) può sollecitar l’altrui imitazione.
Non è del mio arbitrio prevenir i pubblici consigli, nè io contemplo altro oggetto che di confermar la mia rassegnazione ai dettami della Sovrana maturità.
L’Emino stanziante a Spalato avea conculcato ogni riguardo dovuto alla superiorità territoriale.
Smanioso di utilizzare per tutte le forme, ed abusando del favor di qualche primate presso il Visir della Bossina lasciò libero il freno alla licenza per cimentar gli oggetti del commercio, e le gelose riserve di sanità.
Per mettere argine a tanti disordini ho comandato al fedele dragomano Calavrò, ed all’abile prior della Decima di predisporre colla lusinga di un onesto ricambio il protomedico Goracucchj, onde coll’efficacia de’ suoi uffizi determinar il Visir al richiamo immediato dell’inquieto Emino.
La destrezza di quell’attivo negoziatore superò tutti maneggi dei potenti fautori dell’Emino medesimo; e Vostra Serenità ne ravvisi non dubbio riscontro nella stessa lettera del Goracucchi, spedita con apposito Soggetto, colla quale relativamente alle premure del Visir si instà l’appoggio della carica per il ritorno a Traunik dell’Emino, e perchè fosse impedita la sua fuga se mai per la via di mare avesse tentato d’intraprenderla.
Furono relativi i miei ordini alla local rappresentanza di Spalato, e già cinque giorni fu scortato al suo destino; colla compiacenza di aver ammesso, senza impegno pubblico, ogni pretesto a successivi disordini.
L’unita polizza determina le spese incontrate per dar fine alla molestia e ne supplica a campion del mio maneggio dei clementi assenzi di Vostra Serenità la generosa approvazione. Grazie.
Zara 13 febbraio 1796 more veneto.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
2 allegati (4 cc.).

Nota: Arrivato il 2 marzo 1797.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.



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