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10 gennaio 1646 Giacomo Barozzi

Dispaccio del 1 febbraio 1646

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
se le poche fortune della mia casa non permettono ch’io possa, con atti di contributione nell’urgenze presenti della Patria, a cui tutto devo, far conoscere il grado inalterabile dell’ossequiosissima mia devotione, son tenuto però aplicar tutto lo spirito in quello stimo poter riuscir di giovamento alla medesima, come ho fatto et farò sempre in sodisfatione, benché scarsa, de’ proprii doveri.
L’occasione di questo Reggimento, dalla Publica Benignità approgiato alla mia debolezza, et le fortificationi continue che d’ordine della Serenità Vostra s’avanzano a custodia et sicurezza del porto di Polla, m’hanno sumministrato materia di fissar l’ochio et la mente nel porto di Leme di questa mia giurisditione.
Questo è di lunghezza di miglia sette, di larghezza simile al canal della Zudeca, et in qualche parte più, di 18 passa di profondità, appropriata al poner scala da pertuto con dui fonti indeficienti. Coperto da tutti i venti, comodo anco in un angolo ad ogni sbarco e transporto, et perciò capace di qual si sii grande armata.
Queste particolarità, che lo rendono a mio credere di non minor conseguenza di quello di Polla, dal quale e sollo 30 miglia discosto, non so se siano state in altro tempo portate alla noticia dell’Eccellenze Vostre, et perciò, come zelante del publico beneficio, le rapresento humilissimo con queste righe, acciò che, essendo degne di rifflesso, possa l’infalibil loro prudenza capitar a quelle deliberationi che sarano stimate complire agl’interessi della Serenità Vostra. Gratie etc.

San Lorenzo, li primo febraro 1646.

Giacomo Barozzi, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.