10 gennaio 1646 Giacomo Barozzi
Dispaccio del 4 maggio 1646
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
con ferventissime instanze vengo solecitato dall’Illustrissimo signor Podestà di Capo d’Istria per l’amissione delli dui homeni da remo, che tocha a questo teritorio per servire la Serenità Vostra nelli corenti bisogni; onde, per effetuare li comandi di quell’Illustrissimo, non ho mancato, con tutta diligenza, per la riscossione del denaro, quale mi è riussita difficultosissima per la povertà estrema di questi suditi, causata da questi Capurioni et Zubani, per colte et tasse che getano alli contadini; radunandossi senza mia saputa et intervento a questo effetto, per far litte indebite con loro proprio utile, et civanzo. Ho sin l’hora presente cavato ducati 150, et per il rimanente che sono ducati 50 farò il possibile, acciò restino adempite le comissioni et insieme servita la Serenità Vostra. Ho ciò apportare voluto alla Serenità Vostra, acciò veda ch’in me non vi è causa né meno di negligenza per la quale tosto non resti servita, come anco riverentemente racordare, che sii bene provedere a questi inconvenienti per solievo di questi popoli; nel resto sarò sempre pronto a ben servire la Serenità Vostra, alla quale riverente m’inchino.
San Lorenzo, li 4 maggio 1646.
Giacomo Barozzi, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.