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29 novembre 1696 Francesco Barozzi

Dispaccio del 29 novembre 1646

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
alla carica di questo Reggimento, altra volta dala Publica Munificenza appoggiato alla mia debolezza, hora capito, et ritrovo che il Fonticho di questa Comunità, solito a sovenire a’ necessarii bisogni di questi habitanti, resta senza alcun capitale, convertito in una proroga dal’Illustrissimo et Excellentissimo signor Podestà e Capitanio di Capodistria, Giudice Delegato, di dover quello rissarcire con habilità di anno uno; simil esempio non è riuscito in questa provincia, con tutto ciò volentieri io m’accingo a’ commandi superiori. Devo però alla Sublimità Vostra veridi.te (??) rappresentare, che questa novità non deve preiudicare alle povere fortune di me servendo, mentre son sottoposto a dover pagare le decime et doppie decime sopra li utili incerti di questo Reggimento, le quali ad altro non tendono, che a gl’utili deli soldi, che annuatin (!) per tanto tempo vengono fatti in questo Fonticho da’ debitori, del quale vien corisposto al Rettore le ordinarie penne permesse dale terminatione del Excellentissimo signor Proveditor Pasqualigo. Onte (!) l’Eccellenze Vostre restarono servite sopra di ciò, con l’infalibil loro sapienza, impartire quelle deliberacioni proprie, aciò l’atrui commodo non apporti così rilevante danno a me, che non ho altro oggetto che di ben servire alla Serenità Vostra, et governare questi suditi con paterno amore. Gratie etc.

Di Valle, li 29 novembre 1646.

Di Vostra Serenità veneratissimo et fedelissimo servittore,
Francesco Barozzi, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinat