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9 gennaio 1647 Agustin da Canal

Dispaccio del 9 gennaio 1647

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
in ubidienza delli comandi della Serenità Vostra, con tutta diligenza mi son trasportato all’impiego di questa importantissima carica, dove procurarò con tutto il mio spirito, et con ogni vigilanza, di superar la mia debolezza. Son capitato a Parenzo ove di subito ho fatto publicar proclama rigorosissimo, et dati tutti quei ordini propii necesarii, et aggiustati in negozio così importante. Havendo anco posto le debite guardie, et lasciato uno delli custodi destinatomi dall’Eccellentissimo Magistrato della Sanità per l’esecutione pontuale de’ miei comandamenti. Hora gionto in Rovigno, con l’istese forme mi vado regulando, et con tutta l’applicatione propia del mio debito, spedisco ordini necesarii da per tutto, et non trascurerò niuna diligenza. Ritrovo qui un amalato sequestrato in un scoglieto dal custode della Sanità, che fu sbarcato in tempo di notte da una barca forestiera, levato da un vasello che veniva da Zarra insieme con un compagno, qual morse il secondo giorno del suo arrivo di febre e di mal de mazuco, carico di petecchie, come nel constituto transmesso dal medesimo custode all’Eccellentissimo Magistrato appare. Hora vengo havisato esser stato di novo sbarcato da un’altra barca questa notte un marinaro amalato; la qual barca subito è fugita, et io senza dilatione alcuna ho mandato barche dietro per procurar la sua retentione. Il constituto dell’amalato lo transmeto all’Eccellentissimo Magistrato della Sanità, e mi applicherò tanto al bisogno per il castigo de chi lo meriterà, quanto per l’ordine e buona custodia all’amalato, che ho fatto capitare di subito in un scoglieto qui vicino. Ancor non è comparsa la barca armata destinatami dalla Serenità Vostra, e della qual ne tengo grandissima necesità, asserendo che senza questa non restarebbe adempito il publico servitio. Gratia etc.

Da Rovigno, adì 9 genaro 1647.

Agustin da Canal, Proveditor alla Sanità nell’Istria.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.