28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani
Dispaccio del 20 marzo 1647
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
con riverentisssime mie di 24 del passato portai alla Serenità Vostra le più efficaci istanze per la subita missione dei mille ducatti e dieci miara di biscotto, deliberati in ducali ricevute li 20 detto, per l’urgenze della Camera, per pagar la barc’armata e la Compagnia che va ammassando il Capitan Zuanne Gini, con supplicationi pure d’espedir in aggionta la maggior somma di danaro, anco per gl’urgentissimi bisogni della stessa Camera, la cui miserabilissima rendita, come infinite volte da’ miei precessori e da me è stato all’Eccellenze Vostre rappresentato, è dalla spesa ecceduta ducatti doi mille all’anno, ed essendo più d’un anno che io servo la Serenità Vostra in questo Reggimento, cinquecento ducatti soli ne ha trasmesso al Capitanio Bardi, fui pur astretto somministrar cento ducatti del Fontico, acciò dalla necessità non si sbandassero li soldati che va ammassando, che con altri cento per avanti dati al Gini, ed altrettanti doppo alla barc’armata, vi è debito col Fontico di ducatti trecento.
Ha detto Capitan Gini presentati altri fanti vinticinque, attrovandosi hora la sua Compagnia al numero di settanta, facendomi le più efficaci premure di denaro e di biscotto. Ho dato ordine a Capo d’Istria che le sia somministrata qualche possibile summa di denaro, non attrovandosi una minima quantità di biscotto.
L’illustrissimo Canal, Proveditor alla Sanità, mi ha fatto qui vedere tener nelle sue commissioni di poter valersi, nell’occorrenti spese della sua carica, d’ogni sorte di denaro della Camera di Capod’Istria; e nel sommo bisogno di sovvenir la barc’armata destinata alla sua obedienza, e con l’occasione che Sua Signoria Illustrissima possa a Capod’Istria, si è fatta boletta di levar dalla Camera stessa d’ogni sorte di danaro ducatti doicento, non essendone che di ragioni obligate, colla certa speranza, che dalla Serenità Vostra ne sia ben tosto trasmesso per aggiustar la scrittura, né io habbia a ricever travaglio ne’ miei conti.
In ducali che ricevo mi commette la Serenità Vostra di far contribuire dalla medesima Camera ducatti ottanta, occorrendo all’Eccellentissimo signor Capitanio di Raspo per spese in alcuni animali a sovvegno de’ novi habitanti. Li provisionati, Capitanii d’Ordinanze, Capi di Cento et altri stipendiati creditori languiscono la loro sodisfattione. In tante angustie, circondato e tormentato da tante istanze ed esclamationi con le più vive premure, supplico la carità dell’Eccellenze Vostre della più celere e subita missione, non solo dei ducatti mille e dieci miara di biscotto, già deliberati, che in questo progresso di tempo non saranno a sufficienza di resarcir il Fontico, e saldar in parte le militie languenti, e tumultuanti; ma in appresso quella maggior somma, adequata alla necessità tanto grande, per li creditori della Camera e per le militie stesse, come pure l’altra quantità di biscotto, che sia rilevante, per poter corrispondere all’occorrenze che si fanno sempre maggiori. Gratie etc.
Rovigno, in visita, a’20 marzo 1647.
Marc’Antonio Grimani, Podestà e Capitanio di Capodistria.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.