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28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani

Dispaccio del 29 marzo 1647

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
tra l’incombenze del Podestà e Capitanio di Capo d’Istria molto grave è la materia dei Fontichi, Scole, e Communità di tutta la provincia, delegatole da cotesto Eccellentissimo Senato; poiché essendo li Fontichi unico sostegno degl’habitanti, vi è necessario gran riguardo alla conservatione de’ capitali, li quali mancando non hanno nell’angustie altro ricorso i sudditi, che alla carità della Serenità Vostra. Ne’ momenti della visita si fanno di detti publici luoghi le revisioni, che tengono in freno l’ingordiggia de gl’aministratori, e senza le quali ben tosto si riduriano al niente per il dannato abuso, oltre molt’altri che insorgono, che ben spesso s’introduce col tralasciar di far sodisfar li capitali, ricevendo da intaccatori, e debitori le pene, come ho trovato a Dignano, havendo in ciò prevenuto i commandamenti dell’Eccellenze Vostre, in ducali che hora mi capitano, coll’haver fatto intimar a quell’Illustrissimo signor Podestà la restitutione in Fontico del danaro havuto di tal ragione di pene, come nel mandato trasmessole in copia nelle mie di 14, con altri particolari, et aggionta d’altre mie di 16 dell’oppositioni fraposte al publico servitio da esso signor Podestà, al qual faccio pur passar la notitia della mente della Serenità Vostra, perché immediatamente restituisca esse pene, e di quanto riportarò le ne darò pontual conto, come mi commette.
In tanto non tralasciarò di rappresentar all’Eccellenze Vostre l’operato a Rovigno in tali materie, havendo trovato la Cassa di quel Fontico diffettiva di lire due mille cento, e sie, soldi 17, che in conformità delle leggi ho fatto subito reintegrare con effettivo esborso. L’istesso ho fatto di quella di San Lorenzo, diffettiva di lire quattrocento undeci, essendo il rimanente capitale tutto in dispensa a quei popoli, li quali hanno presentata supplicatione per proroga alla Serenità Vostra, che ne ha commesse le risposte all’Eccellentissimo signor Capitanio di Raspo, et all’Illustrissimo signor Podestà di San Lorenzo.
Nella revisione del medesimo Fontico di Rovigno ho liquidato, che li patroni di barca, che conducono li formenti a molino, se ne trattenevano nella restitutione delle farine di sei sette stara per barca, havendoli chiamati con proclama a render conto, doppo haver contra di loro beni procurato il resarcimento che poco e niente mi è riuscito; non tralasciando di significar all’Eccellenze Vostre, che havendo trovato pur diffettivo il medesimo Fontico di ressidui per imprestiti di farine a’ particolari di lire tre mille seicento nonanta sie soldi 6, venendomi negati da quell’Illustrissimo signor Podestà i libri ciò concernenti, che haveva levati all’essattore per suoi fini, che non fosse veduto l’affare; poiché havendo il Coll(egio) delle Biave della Terra, colla facoltà che tiene dalla terminatione Pasqualiga concesso a detti debitori, in riguardo della povertà et misseria loro, proroga al pagamento, ma però con modo contrario in vece di sollievo in oppressione de’ sudditi, obligandoli a corrisponder le pene di soldi 4, per lira al rettore con la medesima terminatione, che in tal caso di proroghe li essime dalla contributione delle pene; doppo haver adoperati tutt’i (...) di desterità, per non haver occasione di tediar la Serenità Vostra, fattole intimar mandato penale, me li ha trasmessi per il suo cancelliere non stimando però hora di commeterlene la notitia, havendo remediato all’inconveniente coll’inserta terminatione, che detti debitori godano intieramente il benefitio della parte Pasqualiga se(...) pagamento di pene, solo i due soldi per lira all’essattore assegnatili.
Due altri abusi dannosissimi ho levati colla stessa terminatione, uno di non dar più, come si faceva, soventioni et imprestiti alli conduttori de’ formenti alla macina, per haver vedute molte partite di tali debitori, che si sono rese insesigibili a sommo pregiuditio del capitale del Fontico; e l’altro che i formenti, comprandosi hor a mesura, hor a peso, venivano con disordine a misura consignati al Fonticaro di farine con perdita notabile del Fontico, havendo terminato che quelli formenti che comprano a peso, pur a peso si consegnino, e quei a misura, parimente a misura, che in tal modo sarà divertita la iattura rilevante che correva; il tutto però rimettendo al beneplacito sapientissimo della Serenità Vostra.
Interrotta la continuatione della visita, richiamato dall’aviso della (...)matione di me stesso, humilissimo servo dell’Eccellenze Vostre, che il giorno dell’Annuntiantione della Beata Vergine, nel quale fu fondata cotesta Serenissima Repubblica, ne sta stabilita la mia Casa, doppo otto (...)livole, che m’attrovo, con un figlio maschio, che a Sua Divina Maestà è piaciuto di concedermi, per perfettionarla, fatta la Santa (...)qua, coi medesimi miei rettissimi fini del publico servitio, stimando (...)tanto, che le risolutioni che farà la Serenità Vostra sopra lo rap(presen)tato da me con l’ultime di 14, e 16, de gl’incontri a Dignano (...)no molto profittevoli; poiché serviranno di norma con effetto delle mie incombenze, che sono l’esscutione della (par)te publica, e di freno a chi mal menando li publici ma(...) che sono quelli, che particolarmente prevagliono a gl(...) che per avantaggiar i loro dannabili fini, ed errori pren(...) di far mossa nell’apportar soverchia noia alla Serenità Vostra, (...) hanno fatto quei di Dignano, seben sedotti, e fomentati (...) raggionar e non intorbidar ed opporsi al publico servitio ora tenuto. Gratie etc.

Capod’Istria, a’ 29 marzo 1647.

Marc’Antonio Grimani, Podestà et Capitanio.

Allegato: terminazione del rettore di Capodistria (2 cc.)

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.