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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 11 marzo 1797

N. 58

Serenissimo Principe,
l’esatta diligenza del veneto console in Durazzo mi rende avvertito, che nel giorno 2 febbraio decorso ancorò in quella rada una fregata francese di 32 pezzi di artiglieria insieme con un brich, ed una polacca, carichi ambedue di munizioni da guerra diretti per la Punta di Goro.
Disegnavano di gettare l’ancora a Corfù, ma la contrarietà de’ tempi obbligandoli a diverger dalla concepita idea di colà rintracciar un piloto di costa, che li dirigesse al divisato punto di riduzione, li pose nella necessità di bagnar il ferro alla vista di Durazzo per l’oggetto medesimo.
Alternando i modi insistenti ed uffiziosi col suddito Ministro voleva il comandante della fregata, che dai bastimenti di veneto paviglione esistenti per oggetto di commercio in quella scala avesse a destinargli una persona pratica, che si assumesse l’impegno di scortarli nella navigazione.
Per esimersi dall’effetto dell’imbarazzante ricerca sagacemente il console sublimò l’imperizia nautica de’ sudditi, restringendone una tenue pratica idea fino alle bocche di Cattaro.
Prevista quindi l’impossibilità di veder col di lui mezzo secondate le loro premure, levarono a Durazzo un pratico Dulcignotto, che li scortasse fino a Ragusa, dove erano determinati provvedersi del peota da Costa.
Pervenutami in oggi questa notizia non ommetto di tosto rassegnarla in tutte le sue circostanze agli ossequiati riflessi di Vostra Serenità.
Con espressa apposita spedizione anche il nobil huomo conte Provveditor di Lesina mi ragguaglia di una preda seguita nella mattina degli 8 corrente per opera di uno sciabecco corsaro francese, occorsa nel Canal di Lissa in distanza di tre o quattro miglia dall’ultimo di que’scogli.
Consiste la medesima nell’aspetto di un trabacolo con bandiera austriaca, procedente da Segna, carico di formento ed alquanto legname diretto verso Blatta, pertinenza di Curzola.
Sei individui, compresovi un fante di scorta, formavano l’intiero equipaggio del trabacolo.
Spiegate all’improvviso dal corsaro le insegne tricolorate, ed inseguiti gli Austriaci, abbandonarono a vista il proprio legno, e sforzando la voga nel loro sghiffo ebbero la fortunata combinazione di sottraersi illesi dagli aggressori, che certi della preda pur non cessarono di far fuoco contro i fuggitivi.
Più diffusamente sono dettagliate dal patrono del trabaccolo le circostanze del suo infortunio nella unita esposizione, che fece all’offizio di sanità in Lesina, donde ha proseguito il suo viaggio di ritorno per Segna.
Ho già col precedente divoto numero 57 precorso con tutto l’ossequio un breve cenno alla somma virtù di Vostre Eccellenze, che la sospension del traffico libero de’ sudditi pontifizj ed austriaci, sarebbe decisamente sensibile alla sussistenza di questi sudditi.
Non azzardo ulteriori rimarchi; soddisfo alla puntualità dell’Ufficio rappresentando fedelmente l’ingrate emergenze, che compromettendo la sicurezza della navigazione nell’acque suddite divergono l’utile e necessario commercio; e sarà per venerare le sovrane provvide deliberazioni. Grazie.
Zara 11 marzo 1797.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegato, con data 8 Marzo 1797, vi è il costituto, preso a Lesina, del padrone del trabacolo austriaco Madonna dei Carmini catturato da uno sciabecco francese (le sei persone d’equipaggio erano infatti riuscite a scappare a Lesina con lo schiffo ovvero con la barca di servizio).

Nota: Arrivato il 21 marzo 1797.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.



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