28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani
Dispaccio del 15 aprile 1647
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
li mille sei cento ducatti già deliberati dalla Serenità Vostra per la barc’armata, per la Compagnia che va ammassando il Capitan Ghini, e per l’urgenze di questa miserabilissima Camera, ultimamente capitati nella stessa Camera, nella somma penuria, sono stati sì di gran respiro, ma non già sodisfano all’occorrenze, di modo che io sono astretto di non ritardare a portar alla Serenità Vostra le riverentissime mie istanze, e premure magigori per la presta missione d’altra somma più aggiustata ai bisogni, essendo li sudetti mille seicento ducatti stati distribuiti per i debiti maturati, premendomi particolarmente il Capitanio Ghini, che s’attrova numerosa la Compagnia per danaro, che per non haver di somministrarlene, li soldati hanno cominciato a prender la fugga, tutto che s’usi ogni possibile avvertenza per divertirla, al quale fine stimerei riverentemente, che la Serenità Vostra li levasse da questa città con celerità, intanto che il Capitanio adempirà al poco numero, che le manca all’intiero ammassamento per unirli poi ove sarà dall’Eccellenze Vostre comandato.
Qui inserto sarà il conto di tutto il danaro dalla Serenità Vostra trasmesso per barcharmate, e bisogni della Camera nel tempo, che sono a questa reggenza con la distributione del medesimo denaro, dal qual conto si vede haver pagato di più la Camera ducatti quattrocento dieci, per dette occorrenze, l’Illustrissimo Canal, Provveditor alla Sanità, in virtù delle sue commissioni, di poter valersi del danaro di questa Camera, mentre ero in visita capitato qui levò ducatti tre cento, che non essendovene, le furono soministrati dal Fontico, che deve esser risarcito; la barc’armata e Compagnia del Ghini, ha necessità d’esser senza ritardo di momenti sovvenuta; sodisfatto in parte ad altre occorrenze della Camera, a’ quali non suppliscono di gran lunga le sue tenuissime rendite, sì come è ben noto all’Eccellenze Vostre; avvicinandosi anco il fine della mia carica, che porta seco il dover espedir il danaro dovuto a cotesti officii, e Magistrati, coll’aggiustamento necessario della scrittura, per li quali tutti rilevantissimi riguardi supplico nella più efficace maniera l’Eccellenze Vostre a trasmetterne celermente somma adequata a tanti bisogni, richiedendosi per il computo che si può fare ducatti mille cinquecento almeno. Gratie etc.
Capo d’Istria, a’ 15 aprile 1647.
Marc’Antonio Grimani, Podestà et Capitanio.
Allegato: pagamenti eseguiti ai capitani militari (2 cc.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.