• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 20 marzo 1797

N. 60

Serenissimo Principe,
dietro quanto mi onorai di rassegnare nel precedente numero 58 intorno alla Preda fatta nell’acque di Lissa, giurisdizione di Lesina, dell’indicato trabacolo segnano dal corsaro francese, mi pervennero in oggi per parte del diligente nobil huomo conte Provveditor appunto di Lesina nuovi riscontri che assicurano non pur il ricapito colà dello stesso corsaro, ma altresì l’avviso di due altre prede eseguite in quel canale.
Consiste la prima in una polacca con bandiera genovese, carica d’olio, ed altre mercanzie, diretta a nome de’ negozianti di Genova per la piazza di Trieste, e l’altra di un bastimento con paviglione ottomano, carico di cotone, tabacchi, telarie ed altre merci imbarcate a Trieste per Genova, essendovi per sopraccarico certo Giuseppe Breguent dell’Istria veneta.
Sono più individuate oggidì le circostanze, che riguardano l’armator francese; giacchè il direttor del trabacolo da Segna ch’ebbe primo l’infortunio d’essere predato, forse per l’impazienza di salvarsi col suo equipaggio non fu in grado di depurarle con tutta precisione.
L’armo dell’estero corsaro ascende a quaranta persone di varie nazioni, tra quali anche alcuni Dalmatini, e il di lui direttore parlando malamente l’idioma illirico, fa con ragion sospettare circa l’originaria sua derivazione.
Bisognoso di soldo il corsaro, ed impaziente di reclutar viepiù il suo armo, tentò in Lissa la vendita de’ generi predati, e la seduzion colà de’ sudditi, perchè sulla lusinga di generosa paga, e di comporzionar della preda accettassero di buon grado il marittimo servizio.
Uniforme alle mie non equivoche istruzioni gli ordini segnati dal nobil huomo rappresentante al giudice di Lissa, seppe la sua avveduta, ed uffiziosa destrità impedir lo sbarco a terra della gente del corsaro, stornar le divisate vendite degli effetti predati, ed ovviar che i sudditi piegassero alla di lui seduzione.
Indispettito di veder dalla oculata sagacia del Giasca deluse le sue tendenze, era in procinto di abbandonar le suddite rive, e ridursi coi bastimenti predati in Ragusa, onde smerciarvi gli effetti, e quindi licenziar i bastimenti medesimi coi rispettivi equipaggi: circostanze tutte, che dall’annessa lettera meglio risulteranno a Vostre Eccellenze (numero 1).
Credo del pari meritevoli de’ sapienti loro riflessi gli uniti fogli (numeri 2, 3) dell’abile colonnello Cerponese, che con vero merito di esattezza sostiene la soprintendenza di questi scogli.
Partecipa egli nel primo, come nella giornata di 12 corrente, insorta gagliarda burrasca, gli abitanti di Premuda videro poco lungi dalle loro coste in pericolo d’imminente naufragio un grosso trabacolo; e che un giovine marinaro disperando di salvarsi in altra forma colse il risoluto partito di gettarsi in mare, ed ebbe la sorte di ridursi nuotando a terra per impetrar la loro assistenza a salvezza del bastimento pericolante.
Secondò di buon grado quella gente gl’impulsi dell’umanità a favor del naufrago individuo, però gelosamente custodito; e con due barche accorse alla preservazion del legno, e potè fortunatamente sottrarlo dall’estremo infortunio.
Le troppo interessanti essenzialità, che rimarcai espresse nella lettera del degno graduato, sulle qualità del trabacolo, e del marinaro mi consigliarono di ordinar la tradotta del primo, dopo restaurato il timone, in questo porto; e la scorta del secondo nelle mie forze.
Assunto il di lui costituto, che pur rassegno a Vostra Serenità in riscontro di ossequiosa dipendenza, mi risulta, che il retento è certo Pietro Biruzzi da Rovigno, il quale in union ad altro suo conterriere Domenico Ferrarese accettò di buon grado l’offerta fattagli da un’armator tricolorato, che infestava la navigazione nell’acque dell’Istria.
Dopo predato un bastimento d’ignoto paviglione s’impatronì senza resistenza d’una polacca veneta, e di un grosso trabacolo turco diretti per Trieste coi rispettivi carichi: la prima carica di fava, e altre biave; il secondo di lana, cera, e fegola.
Dietro questo colpo di mano il corsaro sorprese nello stesso porto di Veruda quattro bastimenti imperiali; fuggirono i loro equipaggi, e tutti divennero preda della forza.
L’armo è di trentacinque individui d’ogni nazione: la figura del legno armato è di piccolo sciambecco, tale ridotto dal direttore, di nome capitan Rocco, riconosciuto dall’equipaggio per fratello del Bonaparte forse per gratuita supposizione de’ suoi seguaci.
La barca sotto l’antica figura di brazzera era in addietro di proprietà del suddito rovignese patron Zuanne [Pavin], che ne fece la vendita al nominato capitan Rocco in Sebenico col mezzo del console Bortoletti, e ridotta successivamente in sciabecco con due cannoni a prova.
Diretto lo stesso con le sue prede verso Ancona si per venderne una, si perchè il competente Magistrato di quella istituita municipalità democratica decidesse del destino dalla veneta polacca, e del trabacolo turco, si azzuffò con un sciambecco austriaco, il quale dopo un’ora di conflitto, per non soccombere, si diede alla fuga, ma rinforzato da altro sciambecco del pari imperiale, tutti e due uniti diedero la caccia.
Zara 24 febbraio 1796 more veneto. Al Francese, che si sottrasse colla fuga abbandonando le prede, e queste per l’insorta burrasca notturna furono costrette abbandonarsi alla discrezion de’ venti, e tentar, per qualunque forma la rispettiva salvezza.
Il Trabacolo oggidì è ridotto in questo porto.
Il suo ricupero costa lire 513 di questa moneta, ed equivalgono a talleri ventuno e (?) nove, che spero approvate da Vostra Serenità a giusto compenso della gente che azzardò la sua vita in sè pericolose contingenze.
Sul destino di esso non meno che del suddito Biruzzi, che servendo al corsaro francese violò la pubblica neutralità, io invoco le sovrane prescrizioni poichè trattenendo ambedue qui in deposito io ho creduto di prevenir successivi disturbi, e pericoli per parte degli esteri.
Mancò recentemente a vivi il sardar di Verlieca, territorio di Knin, Domenico Pussich.
A quest’impiego non è dovuta alcuna paga.
Ho sostituito Michiel Radnich che ne fungeva le veci, e che in quest’anno, e nel precedente sostenne utilmente il peso della Linea; Soggetto intraprendente per spirito di servizio,ma maturo d’età, e capace di combinar i Pubblici riguardi: e ne spero da Vostre Eccellenze la Conferma. Grazie.
Zara 20 marzo 1797.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
5 allegati (14 cc.).

Nota: Arrivato il 29 marzo 1797.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.


     © 2020 All Rights Reserved