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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 25 marzo 1797

N. 61

Serenissimo Principe,
col rispettoso numero 58 ho umiliata a Vostra Serenità la notizia del ricapito nella rada di Durazzo, e della successiva direzione divisata per la Punta di Goro della fregata francese con due legni minori carichi di munizioni da guerra.
Essa, per quanto accenna nell’occluso foglio ieri pervenuto il diligente console Cristiano Cristianopolo, passò successivamente ad ancorarsi nel porto di Ancona
da dove li 12 spirato fece vela forse in traccia degli armatori austriaci che combinati colle rispettive forze diedero la caccia alla brazzera corsara con bandiera di Francia alla quale riuscì di verificar le prede dettagliate nel precedente numero.
Le deposizioni del retento suddito rovignese si uniformano quasi per intiero cogli avvisi del console; e solo differenziano sostanzialmente in rapporto alla predata polacca con veneto paviglione, che il primo asserì diretta per la piazza di Trieste, ed il secondo assicura indirizzata per la Serenissima Dominante tuttochè munita d’ogni necessario requisito, e patroneggiata dal capitan Andrea Valsamacchi proveniente da Candia.
La brazzera corsara francese ha potuto salvarsi in Ancona, senza però veruna delle prede accennate, e del loro destino niente fin a quel punto erasi potuto traspirare.
Il trabacolo ricuperato dagli abitanti di Premuda sta intanto oggidì ancorato a vista di una pubblica galeotta in questo porto.
Dipendendo l’ulterior suo destino dalle invocate pubbliche deliberazioni, io non ommetto assoggettar alla maturità dell’Eccellentissimo Senato l’unito prommemoria, con cui si è prodotto sul controverso delicato argomento il console austriaco residente in questa piazza.
Quali effetti siansi trovati al momento del ricupero nel trabacolo imperiale lo spiega il già rassegnato inventario; se l’estero ministro asserisce l’esistenza del soldo, e generi preziosi, io posso crederla una gratuita supposizione di chi soffrì l’infortunio, e vuol approfittare della attual combinazione.
Non è poi imputabile a carico del retento rovignese la supposta mancanza, mentre o è vera la loro esistenza al momento della preda, e gli effetti, e denaro reclamati saranno stati assorbiti dal direttore corsaro, o non è facile a comprovarsi il supposto, e cade da se l’imputazione in aggravio di un individuo, che si salvò stentatamente a nuoto, e che lasciò sul trabacolo stesso le sue armi, e la assunta insegna tricolorata.
Astenendomi per riguardo di dovuta dipendenza dai comandi di Vostre Eccellenze da qualunque riscontro in iscritto al Promemoria del console cesareo, gli ho fatto cader sott’occhio per lume l’Inventario delle robe trovate esistenti sul trabacolo stesso, protestandogli, ch’Io non avrei arbitrato sul suo destino, senza i previi ordini dell’Eccellentissimo Senato, fatto partecipe dell’emergenza.
è troppo necessario, a scanso di ulteriori brighe, che Vostra serenità degni di affrettarmene il ricapito anche col riflesso di prevenir gli opposti reclami, che sull’identifico soggetto possono pubblicamente derivarmi per parte del console francese Bortoletti residente in Sebenico.
Egli anzi non bene informato delle vere circostanze del fatto in tutti i suoi rapporti, e forse non per anco autorizzato dalla nuova municipalità di Ancona (dove ha spedito il suo cancelliere) ad assumere un carattere rappresentativo, e l’esercizio dell’influenza ministeriale, si restrinse all’uso di private uffiziose rimostranze; e con pari forma fu reso avvertito d’ogni cosa, onde la sua prudenza non azzardi passi sulfurei, ed imbarazzanti.
è mio scopo declinar da ogni pubblico impegno con queste figure, le quali condotte da opposti oggetti, nella collision però de’ rispettivi rapporti e tendenze possono cimentar i pubblici riguardi per la cui manutenzione a me non resta che l’ingenuo zelo di onorato cittadino esecutor della sovrana volontà.
Uniformi da ogni parte gli avvisi sulla ripristinata salute in tutte le dizioni ottomane, non ho saputo esimermi dai consigli di levar la linea confinaria per conciliar col sollievo de’ sudditi la convenienze dell’errario, esposto a mensuali riflessibili esborsi in soldo e pan biscotto, genere, di cui mancano questi depositi, e che spero prossimi ad essere sovvenzionati dalla pubblica provvidenza.
Non posso esimermi dal accompagnar a Vostre Eccellenze la supplica prodottami dalla vedova del defunto benemerito colonnello Gianscich, e dal suo figlio cadetto descritto nella compagnia capitan Almerigotti reggimento Verona.
Con voto uniforme aspirano al traslato nel reggimento Ciprico, perchè si confessa, mancante della prescritta condizione di nobile di Terra Ferma.
L’obbietto è di legge: e perciò è riservato alla sovrana potestà il rivendicarlo, onde non si frappongano al giovine supplicante ostacoli nelle successive promozioni a gradi maggiori; che una fortunata combinazione gli presenta oggidì nel reggimento medesimo Ciprico.
Io non prevengo col mio voto gli effetti della pubblica grazia, che sola resta per risorsa dei ricorrenti.
Mi giunge in questo momento l’unita lettera del colonnello de’ scogli Cerponese che assicura l’approdo nel porto [Svirinaz] di due armatori francesi. Ricercavano provvisioni da bocca, e le ottennero, e fu corrisposto il pagamento.
La figura de’ legni esteri si assomiglia ai pubblici feluconi. L’equipaggio piuttosto generoso con quattro cannoni per cadauno a prova.
Dopo acconciate le provvisioni si diressero alla volta degli opposti scogli, asserendo preventivamente esser diretti per Ragusi: asserzione forse gratuita, per occultar il vero oggetto de’ loro divisamenti; sempre per incommodi alla navigazione. Sia tutto presente a Vostre Eccellenze. Grazie.
Zara 25 marzo 1797.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
5 allegati (10 cc.).

Nota: Arrivato il 3 aprile 1797.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.



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