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29 settembre 1647 Leonardo Contarini

Dispaccio del 5 febbraio 1648

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
ben accurate et sollecite sono state le diligenze mie nell’affare de’ galeotti, vivamente stimolando li signori Rettori de’ luochi ch’erano diffettivi per l’intiera provisione d’huomini commandata così nella prima, come nella seconda compartite, e nel numero che mancava alla partenza dell’Illustrissimo mio precessore; fruttuosi li miei impieghi sono stati, a segno ch’hora in esse due compartite non vi mancano che soli dodeci galeotti, sì come ne tengo certo fondamento dalle fedi degl’Eccellentissimi signori Proveditori all’Armar. Quattro di questi va diffettiva la Communità di Pirano, che, se bene di qualche commodo, tuttavia agl’impulsi frequenti presso quell’Illustrissimo signor Podestà, non è stato possibile vederne l’effetto, che pure manca particolarmente dalla Communità d’Albona, per due altri, e da quella di Dignano per tre; tenend’io ultimamente lettere dall’Illustrissimo signor Podestà di detta terra di Dignano, che riesce difficile per impotenza la provisione che devono fare due de’ Sindici vecchi, come quelli che nell’esattione, mentre fu fatta la tassa, aministrarono malamente, e consumarono senz’utile lo stesso denaro, onde tutto rappresento all’Eccellenze Vostre nel mentre ch’io continuarò nelle sollecitudini, e rinovarò le premure aggiustate alla mente dell’Eccellenze Vostre.
Ho dato buoni ordini che non si tralasci modo intentato per disponer alcuno de’ paesi esteri a capitar per servire al remo, et insieme per incontrare in persone che volessero far partiti di gente, colla recognitione espressa nelle ducali di Vostra Serenità di 20 decembre passato.
Secondo m’andarà succedendo di servire in così gravi congionture ne portarò le notitie in cotesto Eccellentissimo Senato, per far apparir sempre più l’incessanti applicationi mie verso il publico vantaggio. Gratie etc.

Capodistria, 5 febraro 1648.

Lunardo Contarini, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.