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16 novembre 1646 Domenico Orio

Dispaccio del 2 agosto 1647

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
con mie di 2 et 7 del passato rapresentai alla Serenità Vostra il stato miserabile, et de soldadi et de tagiapiera, mentre quelli venivano somminstrati di pane et vino levato dal Fontico et da particolari, et questi licentiati a fatto dall’opera vivevano confusi, con aspettatione della loro liberatione o di qualche altro ordine, non sapendo io che espediente prender in questo affare. Hora vedendo et gl’uni, et gl’altri, la maggior parte oppressi d’infirmità, che li travaglia alla gagliarda insieme con questi popoli, sprovisti in tanta callamità, dubitando maggiormente di qualche stravagante ressolutione di levata di questa Compagnia, che si sente sussurrare in tempo che si ritrovano senza il loro Capo, che posso dir non lo conosser apena, se non de veduta una o doi volte doppo la mia assistenza, non sapendo dove si ritrovi in spacio di mesi sei in circa, il debito mio mi sospinge darne parte alla Serenità Vostra, perché sortiscano gl’effetti proprii del mio ben servire. Gratie etc.

Di Pola, li 2 agosto 1647.

Domenico Orio, Conte e Proveditor.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.