16 novembre 1646 Domenico Orio
Dispaccio del 16 novembre 1647
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
mi capitano giornalmente, doppo la venuta de’ Murlachi, indollenze di questi sudditi de’ furti notturni comessi da ladri incogniti de’ loro animali grossi, et avenuti (?) in modo tale, che ad alcuni novi habitanti della villa di Marzana particolarmente, ne sono mancati in pochi giorni dodeci animali grossi da lavoro; questi, rissoluti di voller venir in cognitione de ladri, havendo uno de’ suoi homeni ritrovato un pico all’uso morlaco nell’istesso luoco ove gli mancò nel pascolo con suo manzo da lavoro, seguitate l’orme del manzo impresse nel terreno, si condussero nelle stanze di questi Murlachi, ove con l’intento et assistenza del loro Capo ritrovorno in alcuni cespugli nascosti sette sachi di lana pieni di carne di animali grossi, la pelle del manzo intiera del sudetto di Marzana, et molte altre pelle tagliate in squarzi per far upanche, cioè scarpe alla murlaca. Di tal ressolutione dollutosene il Capitan Fillippo Capo di questi Murlachi, non essendo stato precisamente conossuto alcun dellinquente, fu da me humanamente ammonito a dover obviar a tali disordini, se vi fossero stati commessi da alcun disgratiato, per non machiar l’honore di tanti fameglie stimate et abbrazate dal publico et da’ particolari, a’ quali in ogni loro bisogno non sarà mancato di sovvegno, massime quando si intenderano tanto con questi primi sudditi; consolato, detto Capitanio con le sue persone ha promesso con protesto della sua vita ad obviar ad ogni mancamento che potesse derivar da quelli suoi homeni, a consolation di questi sudditi. Et di tal successo ho volluto apportarne la notitia alla Serenità Vostra ad ogni buon fine, gratie etc.
Di Pola, li 16 decembre 1647.
Domenico Orio, Conte e Proveditor.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.