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10 dicembre 1647 Francesco Bembo

Dispaccio del 22 gennaio 1648

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
non prima d’heri mi pervengono le comissioni di Vostra Serenità in ducali 7 novembre decorso, per obedienza de’ quali ho usato tutte le maggiori diligenze per penetrare se fosse capitato alcuno di quei marinari, che si sono improvisamente levati et assentati da quelle barche et burchi sopra quali servivano, accordate per carichi publici, per far loro intendere che debbano tosto ritornare al servitio d’esse; havendo a quest’effetto fatto ridure alla mia presenza quei patroni de’ vasselli e barche che si trovano di presente in questa terra, da’ quali resto informato non esservi alcuno d’essi marinari fuggitti, anzi, mi attestano che li medesimi siano di già ritornati all’obedienza. Per quello poi occorerà in avenire a quelle barche che fossero di passaggio per Dalmatia, o altrove, in servitio publico, non mancarò di assistere perché sia suplito al bisogno de’ marinari, onde facili e sicuri seguano li ricapiti delle provisioni, come ho espresso a’ stessi patroni a loro intelligenza, il che essequirò con tutta pontualità del zelo di publico servitio et per obedienza riverentissima della publica volontà. Gratie etc.

Rovigno, 22 genaro 1647 more veneto.

Francesco Bembo, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.