10 gennaio 1646 Giacomo Barozzi
Dispaccio del 15 aprile 1647
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
apportai, in riguardo de’ comandi della Serenità Vostra, sotto li 20 marzo caduto, le mie humilissime risposte sopra la supplicatione di questi Comuni in materia del Fontico di questo loco, et medesimamente esposi la causa di questa supplicatione, che era più per fugir il saldo di detto Fontico et carati, che per bisogno a quel tempo, et poco hora si curano di ricever questa definitione. Et perché questi miserabili suditi continuamente vengono ad esclamar al palazzo per non trovarsi da comprar pane, convengo, eccitato dalla loro miseria, supplicar l’Eccellenze Vostre comandare quello stimano più proprio in questo particolare. Riverentemente apporto come nelle mani del Fonticaro s’attrovano ducati 100 in circa di ragione del Fontico, li quali sarebbono stati di qualche solievo a questi poveri, ma costui spezò gli mandati che cometevano dover contar quelli in mano del novo Fonticaro, con poco decoro della giusticia. Attenderò li comandi delle Eccellenze Vostre per quelli puntualmente eseguire. Gratie etc.
Di San Lorenzo, li 15 aprile 1647.
Giacomo Barozzi, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.