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9 gennaio 1647 Agustin da Canal

Dispaccio del 10 marzo 1647

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
corre il terzo mese ch’io m’attrovo a questa carica, per publica benignità alla mia debolezza appogiata, et alla mia obbedienza s’attrova la barc’armata del Capitan Andrea Pace, benché senz’esso Capitanio, rimasto indisposto a Zara.
In questo tempo ho con reiterate instanze richiesto l’Eccellentissimo signor Podestà e Capitanio di Capo d’Istria, in conformità di quanto tengo nella mia commissione, perché si compiacesse sumministrarmi danaro di quella Camera, per soccorrere e sodisfare li soldati della medesima, che s’attrovano in somma necessità, mancandogli anco il biscotto; et da quell’Eccellenza ripporto non solo esser la stessa Camera eshausta, ma aggravata di considerabili debiti con quel Fontico, là onde sin hora non ho ricevuto cos’alcuna, send’anco quelle monitioni sprovedute di pane, che più d’ogn’altra cosa necesario gli riesce, in riguardo dell’angustie di grani che prova la provincia; per lo che convengo humilissimo rivogliere le mie ossequientissime supplicationi alla Serenità Vostra, stimolato da continue instanze et premure di detti soldati, al numero di quarantasei, acciò si compiaccia dar quegl’ordini che pareranno alla di Lei prudenza in tal proposito, non dovendomi con tal occasione tacere esser la barca predetta molto vecchia, et sprovvista d’armizi, onde in occasione di qualche fortuna correrebbe qualche pericolo.
Mi son condotto alla visita de’ luochi della Polesana, da me stimati più importanti, come Medolin, Prementore et Lignano, ove, aggionta la vigilanza dell’Illustrissimo signor Proveditor di Pola a’ miei ordini, ho ritrovato quelli ben guardati et custoditi, con mio particolar contento.
Gratie etc.

Rovigno, li 10 marzo 1647.

Agustin da Canal, Proveditor alla Sanità.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 41.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.