8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo
Dispaccio del 19 maggio 1651
N. (senza numero).
Serenissimo Principe
acuso alla Serenità Vostra la ricevuta di sue ducali di 4 corente da quali scopro la delliberatione Publica per la trasmissione de cinquanta migliara di biscoto e di quelli ricapiti per l’Altellaria, che già rapresentai riverentissimo tenir bisogno, non men questa piazza che quella di Budua.
E come veggo che la prudenza dell’Eccellenze Vostre tene fissa la mira a questo luoco, cos’invigorito io dalla loro benignissima assistenza, riddotto senza dannaro, dispensato già totalmente nel corso del tempo che m’attrovo qui quant’hebbi costì essaminato insieme il stato essausto di queste monitioni, nonmen de biscotto che di formenti stessi et altre biade, convengo il tutto portare sotto l’ochio della Serenità Vostra, onde partecipatisili da me li bisogni che si tengono, possa l’infalibile sua sapienza spedire, come la suplico, le provigioni dell’una e l’altra specie, ridecendosi massime quotidianamente questo luoco in stretezze maggiori e sempre più acrescendosi le gelosie delli due Sangiachi convicini, che van aprossimandosi colle loro forze a questi confini per molestarli, quali perchè non restino colti d’improviso, ho già principiato rassegnare le genti di questo contado, non men per saper le forze che s’havuranno per ressistere all’inimico, che per dispor loro gl’ordini dovuti per la più valida diffesa.
Ho pure stimato necessario rivedere col proprio ochio queste castello suburbano per sapere il suo stato e li bisogni che tiene. L’ho trovato dominato da due eminenze dalla parte di Levante, un’a tiro solamente di pistola, l’altra a quello di moschetto, con una costa del monte appresso che scopre non meno la piazza di dentro via, che la gente tutta che dev’assisterli alla diffesa et al maneggio del canone, che meno può adoprarsi per l’angustezza delle piazze, anco queste senza parapetti. Le mura poi di comunicatione colla città, in più luochi consumate dal tempo, ricercano essere restaurate. Io in questo non mi digredirò maggiormente, dovendo rimettermi alla cognitione e relationi che saran state portate da gl’Ingegneri, ma in effetto essistendo detto castello nel stato sudetto, stimerei bene, quando la Serenità Vostra lo facesse riconoscer nell’essere presente, onde puossi poi esser delliberato et essequito colla diretione et assistenza d’un ingegnere, quanto si conoscesse necessario.
Appresso le altre angustie che rissente questa piazza, era pure agravata colle monede candiotte, l’introduttione delle quali l’havevano riddotta in stretezze incredibili, mentre ogn’uno recusava ricevere in pagamento delle robbe dette monede massime li Morlachi, che capitavan con viveri dal paese, quali per ciò havevan totalmente levato la pratica con questa città e la condotta delle robbe, come pure gl’altri sudditi della provincia, e ciò che rendeva maggiormente pregiudicata la Serenità Vostra, li daciari pagavan in Camera colle dette monede le loro ratte, provechiandosi comprarne a vilissimi prezzi che facilmente trovavano da chi desiderava liberarli da dette monede. Io avertito a questo, prohibii con desterità a voce alli Ministri di Camera ricevere di dette monede, onde con quest’essempio pure, grazie a Dio, che per la città tutta siano per le stesse restate bandite, con sodisfattione universale, e spero con gradimento della Serenità Vostra riapertosi massime il primiero comertio de Morlachi, con benefficio notabile di questi popoli.
Trasmetto alla Serenità Vostra l’alligati avisi, capitatimi da confidenti del paese, da quali intenderano l’Eccellenze Vostre quanto core a Costantinopoli, et quanto col mezo del signor Cavalier Francesco Bolizza comunica il confidente, ch’è appresso il Sangiacco di Herzegovina, che gl’andamenti et apparati del medemo Sangiacco et altri convicini a danni di questa piazza, obligato io a trasmetterli distinti li concetti medemi del detto confidente, colle sue considerationi onde l’infalibile sapienza loro possa maggiormente rifflettere all’urgenza del bisogno e predispore i più opportuni ostacoli alle cospirationi dell’inimico. Gratie etc.
Cattaro a 19 maggio 1651.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
Allegati: costituto spedito da Marin Boris da Scutari (1 c.); traduzione delle lettera inviata al cavalier Bolizza dal Voivoda Petar Gabrielovich (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 2.
Trascrizione di Giulia Giamboni.