7 marzo 1677 Angelo Morosini
Dispaccio del 10 settembre 1677
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
l’unico et ottimo bene, di questa città non solo, ma della provintia tutta, fu donato dalla reggia mano di Vostra Serenità, con la permissione d’erigere il Seminario per l’educatione de figlioli. Più volte in tal materia ho sospeso la penna per esprimere le mie passioni all’Eccellenze Vostre, ma frequentati gl’eccitamenti per veder riddotta a qualche perfettione la fabrica, resasi già pochi giorni a gl’ultimi periodi d’esser abbandonata in defficienza di danaro, vivo però in speranza, col mezzo conseguito, stabilirla nella maggior parte prima di terminar questa carica; mentre ben ventilate da me le regole della Serenità Vostra, in più mano de ducali prescritte alla felice memoria del nobil huomo ser Lorenzo Donà e successori, trovai diviso ogni fondamento per mantener li sei maestri, com’anco li mezzi con i quali s’era questa città obligata con Vostre Eccellenze d’erigere il Seminario stesso, fabrica di molta conseguenza, e che per tutti i capi meritava la vigilanza del rassignato mio debito, per vederla rissorta da contingenze così evidenti d’essere derelitta. Due gran diffetti sin hora invalsi potevano dai fondamenti anichilar opera sì degna; all’uno et all’altro spero haver trovato il ripiego, mentre per il primo, ch’è la contributione delle quattrocento sessanta Scole tansate da Vostra Serenità, tra tutte in ducati cinquecento, destinati per il sallario de’ precettori, osservo, in questi due caduti anni, da alcune delle medesime negato il debito d’annual tributo, et diverse s’essimono con il pretesto d’haver praticati altri pagamenti, in effetto meno inportanti et anteposti al Seminario, così che la Cassa del medesimo resta creditrice della summa specificata nell’inserta nota.
Se questa contributione dunque non sarà puntuale, in poco decaderà il Seminario tutto, perch’il sostentamento de’ maestri è l’unico esential requisito per conservarlo. A divertimento però di tanto male, e perché la giusta intentione di Vostre Eccellenze habbi(a) l’intiera essecutione, ho formata l’ingionta terminatione, la sostanza della quale vien’a decretare che doppo le spese neccessarie al culto divino, et honore della Casa d’Iddio, non possono li Scrivani, Gastaldi et altri administratori delle Scole, girar alcuna partita di spesa, se immediate a quella della chiesa non succederà la partita del contamento per il Seminario.
Circa l’altro poi, benché si fosse obbligata questa Communità con la Serenità Vostra d’ammassare il neccessario contante, cedendo in benefitio della fabrica l’utilità d’alcune cariche da essa dispensate, e d’aggregare alla sua cittadinanza due famiglie, e la terza occorrendo, dimostrate all’hora pronte d’abbracciarla con l’esborso de ducati mille doicento, non di meno intepidita la volontà dell’effetto, né incontrata corrispondenza uguale al stabilito concetto, si scoperse in un medesimo tempo constretta contravenire all’inpegno, et in procinto d’abbandonare la principiata fabrica, mancandoli il nervo più esentiale del danaro.
Scorgendosi dunque da me quest’emergenza, proposi nell’animo il neccessario ripiego per non lassiar destituta opera tanto pia e giovevole; onde, maneggiata con cautella l’inclinatione di questi cittadini, m’è sortito persuaderli alla spontanea donatione della nobiltà a’ domini Benedetto, et Bortolomio, fratelli Pollesini da Montona, Casa accompagnata da riguardevoli conditioni, et opulenti fortune; quali a mia contemplatione, doppo dimostrato l’aggradimento di questa distinta aggregatione, hanno con generosità corrisposto ducati trecento in avantaggio delli mille doicento che serviranno a’ pro del Seminario medesimo, et in gran parte avanzaranno la fabrica giornalmente assistita dalla mia applicatione.
Con questi due compensi da me incontrati non dispero veder assicurato con tutte l’adherenze il stato del Seminario stesso; et si ascriverà sempre alla publica benefficenza et alle glorie della Serenità Vostra ogni profitto che nell’avenire rissultarà dalla sussistenza del medesimo. Gratie etc.
Capodistria, 10 settembre 1677.
Anzolo Moresini, Podestà e Capitanio.
Allegati: copia del proclama del rettore di Capodistria, datato 9 settembre 1677 (2 cc.); conto dei mancati contributi delle confraternite di Capodistria all’erezione del seminario (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 60.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.