8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo
Dispaccio del 2 giugno 1651
N. (senza numero).
Serenissimo Principe,
doppo lunghi e segreti trattati et intelligenze tra li Sangiachi di Herzegovina e di Scutari et amassamenti di gente fattisi da cadauno di loro, si seppe alla fine li giorni passato la mossa di quello di Scutari col suo campo dal detto luoco verso questi confini, quale appresso per viaggio da qualche infermità, convenne ritornare alla casa per curarsi, non però senza rissolutione di riassumente il viaggio stesso solevato dall’insodisfattione per effetuare le sue delliberationi, come ne portai sin all’hora riverentissimo aviso all’eccellentissimo signor Generale in Provincia. Hora apunto rissanat’egli, è comparso l’altro heri sotto Podgorizza colle sue genti non molto lontano da qua, aprossimandosi pure dall’altra parte quello di Herzegovina, come contengono gl’alligati avisi, pervenuti al signor Kavalier Francesco Bolizza et a Pesasto.
Le mosse di questi e massime di quello di Scutari, mi han ecitati l’altro giorno portarmi in persona verso le zenzive del Monte Negro col signor Collonello la Longa et altri di questi capi da guerra, per osservare non meno quelle venute, che per puoter più fondatamente dispor gl’ordini più agiustati alle genti di Zuppa, Maini e Poborani, ultimamente dedicatisi, primi a frontiera a quella parte, la quale come riconosciutasi ho dato gl’ordini più proprii per devastare alcune strade e renderle più difficoltose al transito, et ad occupare certi posti più differibili, così quant’alle loro famiglie e genti innette a faciose, li ho ordinato dover ridurle a questa città Budua et al scoglio di stradiotti, per constituirle in maggior sicurezza e render quelli da facione più assicurati in devotione et ad opporsi all’inimico; l’altri pure del contado ho fatto che con loro capo marchino a loro posti, con ordini a questi et a primi di soccorersi vicendevolmente con segni che si daranno a chi occoresse, per puoter più vigorosamente ressistere all’inimico, conforme s’è delliberato nella consulta ch’ho fatto convocare.
Restando però dall’altro canto quelli di Pastrovichi, pur a frontiera dell’inimico che massime per mare dalle fuste di Dulcigno che s’intende prepararsi alla sortita, puotrebb’esser notabilmente daneggiati, mancand’a me altro modo di soccorerli, gli ho già monitionati e dato appresso gl’altri ordine a Budua che sian spedite a quella parte due fregade per levar le loro famigli e ridurli in luochi più sicuri. Il comodo veramente d’una galera almeno e qualche barch’armada appresso riuscirebbe giovevolissimo per spingerla quella parte, non meno per scorere quelle rive e tenirle nette dalle fuste di Dulcigno che per diffendere quelli popoli, ma in particolare per far qualche diversione alla parte d’Albania per astringere l’inimico di pensare alla diffesa de suoi luochi. Quest’affare, come fu conosciuto rilevantissimo, così è stato rapresentato da me al medesimo eccellentissimo signor Generale e quando per tempo capiti alcuna di dette galere e barch’armade, riuscirà di grandissimo profitto poichè quella sola ch’assiste alla custodia di questo canale, con cinque barch’armade, malamente suplisca quel bisogno, attente le gelosie de i caichi di Castel Nuovo.
Operatosi a questa parte quanto si deve, non si mancarà per quanto concederà la debolezza delle forze che consistono nelle sol genti paesane, alle possibil ressistenze contro l’inimico, già d’un tenue numero delle militie pagate, non suplisce n’anco abastanza alla diffesa di questa città e castello, com’altre volte ho ciò considerato; godend’io fra tanto che per tutti gl’accidenti che posson seguire la Serenità Vostra conoscerà essersi dalla mia debolezza portati gl’avisi di tutto et operato a quanto s’è dovuto e puotuto.
Havendo di già rapresentat’all’Eccellenze Vostre il stato essausto in che son constretto di dannaro et queste monitioni de biscotti e grani, spero che la prudenza loro havurà a quest’hora spedito al viaggio le dovute proviggioni, le quali quando però tardassero molto, tempo di comotioni e strepiti grandissimi che dovevan per necessità farle queste militie, ond’è chiamata la Serenità Vostra ala dovuto rifflesso per la diversione della solevationi, consolat’io che la Serenità Vostra gradirà (?) io a tempo rapresentato i bisogni stessi. Gratie etc.
Cattaro a 2 giugno 1651.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
Allegato: avviso dal confidente di Ragusa indirizzato al cavalier Bolizza (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 2.
Trascrizione di Giulia Giamboni.