7 marzo 1677 Angelo Morosini
Dispaccio del 10 dicembre 1677
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
tutti gl’esperimenti possibili furono da me pratticati nell’inquisitione dell’oglio, con particolar mira di veder redento questo datio, corso con tanto detrimento per Serenissima Signoria li due anni passati, terminorono a’ 29 del caduto novembre, né mi sarebbe riuscito abboccarlo, quando coll’inquisitione istessa non havessi rilevato i defraudi che di molta consequenza correvano a pregiuditio del datio medesimo, in particolare nella terra di Muggia, che con pessime arti hanno quei sudditi introdotto, sotto la permissione che godono da Vostra Serenità d’estrahere cento annuali orne in Stat’austriaco, anco per via di mare, senza datio, mentre servendosi dell’occasione molto più alcuni n’hanno condotto, e quest’è successo poiché senza la previa diligenza del Ministro, e revisione, s’è corrispondente al mandato d’estrattione, partivano le barche dal traghetto. Né meno più considerabile è il pregiuditio che rilevo dal processo formato d’alcun altro c’ha vendut’oglio a minuto senza veruna licenza, che per far più spazzo, et haver più lucro, l’han fatto passar a Trieste, et altri tolendo la mattina venti, trenta lire d’oglio, e più e meno, in credenza da’ mercanti, e da questo e da quello, l’hanno portato in detta città, e in due hore ritornati, senz’altro rischio di capitale, e col guadagno al mercante, a que’ tali, et a se medesimi; rei di tal sorte di contrabandi si rilevano da cinquanta persone, tra huomini e donne, la maggior parte poveri c’han vissuto con questo mestiere, molto più fruttuoso che a coltivar terreni, sì che d’orne trecento venti cinque e meza c’ha fatto quella terra l’anno decorso, bonnificato il consumo a quei habitanti, e la loro estrattione per gratia, si calcola che poss’esserli restato orne cento venticinque circa, delle quali sole ventidue per Friuli sono stat’estratte, e niente per Venetia, il rimanente nella sopranarrata forma contrabanato; e sì come nell’espedittione c’andarò favorendo de’ rei più colpevoli, che vad’obligando, procurerò le necessarie correttioni, così, assicurati da me li mercanti di giusto compenso, in avvenire si son lasciati indurre ad abboccar il datio istesso; onde per frenar un tanto disordine a svantaggio de’ publici interessi, e per sollevar i datiali da un evidente discapito, ho formate le qui alligate due terminationi; una, che potrà servire generalmente per tutta la provintia; l’altra particolare, per la terra di Muggia, perché avvalorate dal reggio decretto di Vostra Serenità, publicate, habbino il suo effetto e pontual’essecutione.
Pervenutemi poi le riverite ducali de’ 16 caduto, con quanto Vostre Eccellenze si son degnate prescrivermi in ordine alle poste da me divisate, per crederlo rissorto, ho con repplicanti incanti e con più eccitamenti particolari sostenute le publiche ragioni, e con nove polizze riuscitomi avvantaggiarlo ancora ducati quattrocento trenta uno di Camera, delle prime offerte, già sotto l’occhio dell’Eccellenze Vostre; con che conciliati, alcuni mercanti hanno levato il datio di questa città e della terra di Muggia per ducati tre mille doicento trenta un, e quello della restante provintia per ducati diecimille, che aggionti li sei soldi per lira, fanno di corrente ducati dieci sette mille doicento, grossi sette, che sono ducati cinque mille ottocento undeci, grossi tre, in vantaggio delli due passat’anni, come dell’ingionta fede di Camera; assicurate queste essibitioni da valide e sufficienti pieggiarie, di modo che, gratie a Dio et a publico benefitio, ho rimesso quest’importante datio che per molto tempo inquietava il publico Rappresentante, et aggiongeva sempre più a questa Camera le sue calamità; fatto poi particolar riflesso ai mottivi dell’Eccellenze Vostre per la qualità della monetta offerta, non ho potuto sperar migliorarla; ma accertato d’alcun malefitio alla publica Cassa, né a’ particolari alcun beneffitio, e mentre il denaro obligato trasmettersi a Venetia dovrà essere sempre in ordinaria valuta, così della monetta doveran dalla Camera esser fatti li necessarii prepagamenti senz’utile o dann’alcuno de’ particolari.
Li medesimi datiali m’hanno presentato l’annessa supplica, con vivissima instanza per la permissione dell’arme lunghe o curte da fuoco, per sicurezza delle loro vite, in conformità di quanto resta pratticato con altri del Stato di Terra Ferma. L’humilio alle sapientissime riflessioni di Vostre Eccellenze per ciò stimeranno conveniente a’ loro consolatione.
Nelle riverentissime mie de’ 18 del passato significai che questa galeotta haveva fermato il pettacchio Madonna del Carmini carico di sale, e c’havendo sentore d’altro ch’era per la provintia, s’incaminava a quella volta per arrestarlo; hora ritornata, mi rifferisce che, favorito dal vento propitio, non gl’è riuscito giungerlo, et essersi retirato a Fiume col carico.
In ordine al pratticato da che servo Vostre Eccellenze, invio qui annesso il ristretto di Cassa, e haverei anco trasmesso il publico danaro colla galeotta stessa, se non si fosse restituita per le burasche patite con soli dodici remi, e perciò inhabile alla navigatione, sin a tanto non resti proveduta del bisognevole, rappresentato in dette mie de’ 18.
In questo punto mi pervengono tre mano di ducali 25, 28 novembre decorso, e primo corrente. Nelle prime mi comandano Vostre Eccellenze dover dar la marchia a questa Compagnia del Capitan Nicolò Carponese, sempre dall’Eccellentissimo signor Proveditor Generale in Dalmatia mi sarà fatta capitar altra in suo luoco; ciò sarà da me puntualmente essequito, con inviarla all’obedienza dell’Eccellenza Sua col rollo e note necessarie.
Per l’altre de’ 28, non mi resta che d’accennare il recapito del biscotto, per sovenimento di queste militie e del pressidio di Pola.
E per quelle di primo corrente, come non mancarò di pontual essecutione ai comandi di Vostre Eccellenze col commettere in rissoluta maniera a’ vascelli, che fossero con carico di formenti diretti per cotesta Dominante, d’incaminarsi con tutta solecitudine, cos’ispedisco immediate gl’ordini necessarii a gl’Illustrissimi Rettori della provintia perché accudischino all’effetto stesso. Gratie etc.
Capodistria, a’ x decembre 1677.
Anzolo Moresini, Podestà e Capitanio.
Allegati: supplica dei daziari, per la concessione del porto d’armi da fuoco (1 c.); affitto del dazio dell’olio (1 c.); relazione sull’affitto del dazio dell’olio (3 cc.); note di spesa (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 60.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.