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29 luglio 1677 Anzolo Orio

Dispaccio del 13 luglio 1677

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
col motivo delle mie giustissime istanze in lettere di 25 aprile passato, la Serenità Vostra è benignamente concorsa a rinovar pressanti le commissioni all’Eccellentissimo signor Podestà e Capitanio di Capodistria, in ducali 15 maggio sussequente, per il più celere riparo di queste priggioni a servitio della giustitia, e per l’escavatione di un pozzo per commodo di me, e de’ miei sucessori; ma mentre l’Eccellenza Sua, in dupplicate lettere, mi accenna esserle divertito l’adempimento di questo publico commando dall’estreme angustie ben note di quella Cassa, che non le permettono neanco il supplire a gli altri ordinarii pagamenti, sono costretto a rinovare il tedio delle mie humilissime supplicationi alla maturità di Vostre Eccellenze per gli opportuni rimedii, acciò sia effettuata questa publica importantissima fattura, che per li riguardi di accennati non puotrà giamai restar adempita senza specifica auttorità di potersi valere del dinaro etiam di raggione obligata; altrimenti, restand’io privo d’un recquisito tanto esentiale, non potrò essercitare gli effetti della giustitia contro a’ rei meritevoli di castigo, mentre massime ve ne sono alcuni proclamati per homicidii et altri eccessi che doveranno a debito tempo appresentarsi per la loro difesa et espeditione, senza forze per assicurarli, con poco decoro e diservitio della giustitia medesima. Gratie etc.
Parenzo, 13 luglio 1677.
Anzolo Orio, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 60.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.