29 luglio 1677 Anzolo Orio
Dispaccio del 23 agosto 1677
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
mentre, per privileggio antico e speciale della Serenità Vostra, godono la città di Capodistria e questa ancora le condanne de’ processi criminali, non può quell’Eccellentissimo signor Podestà e Capitanio valersi di esse per l’accomodamento di queste priggioni et escavatione del pozzo, come le viene prescritto con ducali 28 luglio caduto a motivo delle repplicate mie riverentissime istanze; ond’io, anteponendo ai riguardi del proprio commodo quelli della giustitia e del decoro di questa Carrica, vedendo svanite le speranze per l’escavatione del pozzo e bramando che segua almeno il riparo tanto neccessario delle priggioni, ho stimato proprio di suggerire a Vostra Serenità il modo più facile e sicuro per l’adempimento di questa publica importantissima fattura. Con decreto dell’Eccellentissimo signor Podestà e Capitanio sudetto, dipendente dall’auttorità impartitagli in ducali 31 marzo prossimo passato, sono stati habilitati alcuni Communi di questo territorio a sodisfare in quatro ratte il debito di lire 2.867 contratto col publico per la Serenità Vostra, soministratagli sin l’anno 1675; siché quando paresse all’infallibil sapienza dell’Eccellenze Vostre di commettere ch’il denaro della sola prima ratta rilevante la summa di lire 716, soldi 15, che doverà esser contato nella Camera di Capodistria il mese di settembre venturo, fosse impiegato nell’aggiustamento dell’accennate priggioni, restarebbero essaudite le mie humilissime supplicationi, mentre per altro, havend’io per mancanza di forze, studiosamente protratto il tempo alla presentatione d’alcuni rei, quando questi corporalmente o pecuniariamente condannati havessero aperto l’adito per darsi alla fugga, si renderebbero delusorie e vanne le mie sentenze, con puoca riputatione e minor decoro di questa publica Rappresentanza. Gratie etc.
Parenzo, 23 agosto 1677.
Anzolo Orio, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 60.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.