31 marzo 1676 Marin da Riva
Dispaccio del 27 giugno 1677
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
il datio del trentesimo di questa città, che li passati anni s’affittava sino doicento e cinquanta ducati, hora è arivato a sì pessimo stato, ch’a pena s’attrova chi lo voglia levare. Ho fatto fare più e più esperienze, et ho usato le diligenze possibili per ridurlo al primiero termine con ogni publico vantaggio, ma non è alcuno ch’offerisca più di cento e vinti ducati. Onde ho voluto portar humilmente alla Serenità Vostra le notitie, per attenderne le proprie sapientissime deliberationi. Aricordandole in oltre ch’il datio medesimo è stato destinato per il sallario del Rappresentante, del Cancelliere, del Scontro e del Capo de’ Bombardieri, come anco per li pretti della Madonna d’agosto et per il premio aggiontovi a’ nobili per la giostra in tempo della fiera, ch’il tutto consiste nella summa di lire 1.757, soldi 10 all’anno, et stante questa tenue esibitione, non potrà né meno sodisfarsi alla mitta di detti sallariati. Onde la Serenità Vostra resti servita di distribuir in quest’affare ciò che stimerà più conveniente; et se così paresse al suo alto intendimento, terminare che dove è mancante detto datio si supplisca col denaro del Censo, quale questa Communità corrisponde annualmente al publico erario; mentre non vi è altro di publica ragione, riportandomi però sempre all’infalibile maturità della Serenità Vostra. Gratie etc.
Cherso, 27 giugno 1677.
Marin da Riva, Conte e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 60.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.