31 marzo 1681 Valerio da Riva
Dispaccio del 4 maggio 1681
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
le riveritissime ducali della Serenità Vostra 19 aprile caduto sono di stimolo alla mia humilissima divotione verso il publico servitio, a prosseguire sopra l'accordo concertato dall'Eccellentissimo precessor mio con Bortolo Polesini di Montona, per il taglio et condota costà di 16 mila tolpi; e però, fatt’a me venire lo stesso Polesini, et tenuto seco discorso intorno quello emerge per stabilire più vantaggiosamente al publico partito, partecipo di tutto difusamente il Magistrato Eccellentissimo alle Acque, per rassegnare la mia ubidienza quelle commissioni che dalla saviezza del medesimo mi saranno impartite. Questa provincia dovrà soccombere alla caratada, correndone altre tre da ottobre in qua, due imposte dal Reggimento di Raspo, cioè una per taglio et condota d'olmi et frassini, et l'altra per eriger porte sopra il fiume Quieto, a favore della navigatione, et la terza gettata da questo Reggimento per li sei mille tolpi ultimamente tagliati; gravezze che vengono pagate da quelli solamente che tengono animali da lavoro, quali, per quanto mostrano le notte per l'ultima caratada raccolte, non eccedono il numero di 6 mille, tolti gl'essenti, onde l'essatione per le sodette tre caratade, aggiuntavi l'altra che com’avanti si dovrà imponere, sarà stata di lire otto sopra cadaun animale.
Le soprascritte ducali m'incaricano pure la costrutione del molo a Rovigno; e per dar al medesimo la prima mano essendomi necessarii alcuni lumi, attendo li aggenti di quella Communità, e si concertarà il principio dell'opera, tant'utile e proficua, onde poi si possa prosseguire e stabilirla.
Nelle mie humilissime di 19 del passato accennai divotamente alla Serenità Vostra non esservi qui, chi sostenga le cariche di Proveditori al Confine, affare per mio debolissimo parere da non negligersi; e vengo astretto a dare all'Eccellenze Vostre questo secondo riverentissimo motivo dalli pregiudicii inferiti per quant'intendo dal Capitanio del Contado di Pisin, giurisditione del signor Prencipe d'Auspergh, alla parte di Montona, sopra li pascoli confinanti con la villa di Zumesco, parte veneta, e parte austriaca, chiamati anticamente terreni delle diferenze, per le differenze per appunto antiche intorno li medesimi accresciute poi dall'emergenze occorse l'anno 1676, e mai difinite, onde restarono essi terreni come prima ad uso di quelli dell'uno e dell'altro Stato, in pezzi però distinti, ma ultimamente impedito il godimento dalli correnti riguardi di Sanità alli sudditi della Serenità Vostra, il predetto Capitanio, servendosi della congiuntura, ha aggregato a molti suoi beni che a quella parte tiene tutti li sopradetti, ancora in pregiuditio delle raggioni di questo confine. Tali accidenti però authenticano l'urgenza, che per altri rifflessi pure può dalla sovrana publica Sapienza esser compresa, di rittrovar soggetti ch'intraprendino la carica antedetta di Proveditor ai Confini, perché essi soli, nell'adempimento delle loro incombenze, possano star attenti ad ogni novità, difficile essendo al publico Rappresentante di vederlo et penetrarle.
L'offitio del Scontro di questa Fiscal Camera, posseduto per gratia dal nobil huomo ser Giovanni Andrea Querini, fu in virtù d'affittanza intrapreso a' giorni passati da Mattio Ferro, di costà. Quest'huomo, veramente fedele e d'ottima voluntà, ma per altra ignaro del giro della scrittura, ha preso per la sua inesperienza diversi errori, così che son stat'astretto di suspenderlo dall'essercitio, e di divenire a terminatione, che lasciato nello stato che si rittrova la scrittura, sia rescritta in forma aggiustata e propria. Di ciò partecipo il Magistrato Eccellentissimo de signori Revisori et Regolatori alla Scrittura, e proprio anco m'è parso ragguagliare l'Eccellenze Vostre, a’ quali per fine riferirò la rassegna da me data a questa Compagnia di Bombardieri, e la relatione presentata agl’Eccellentissimi signori Proveditori all'Artigliaria, della sufficiente disciplina della medesima, e di tutto ciò intorno essa ho saputo zelantemente rifflettere negl'oggetti che tengo del publico servitio. Gratie etc.
Capo d'Istria, 4 maggio 1681.
Valerio da Riva, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 64.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.