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8 marzo 1681 Bernardo Gradenigo

Dispaccio del 8 marzo 1681

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
già Vostra Serenità, dalle mie humilissime di 3 negl'avisi de’ confidenti, havrà compreso che camina la continuatione del bene ne’ paesi dell'Austria, Stiria e Carinthia, e, nell’altre sussequenti, quanto tiene il mio applicatissimo zelo in proposito delle comunità debitrici per conto d'essibition volontaria. Mi resta però da discorrer l'obligo, havuto nelle venerate commissioni dell'Eccellenze Vostre in lettere ducali 3 decembre, sopra la contribution, semplicemente accennata in quelle mie primo del detto mese, intorno le tratte di sale per mare alli sudditi della provintia, che con incommodo insofferibile lo ricevono a schena di cavallo; onde rassegno alla publica riverita notitia che con la cautione de’ responsali, e con fante espresso commessomi dal Magistrato Eccellentissimo alla Sanità, l’altr’hieri alla terra di Rovigno ne lasciai una tratta di stara ottanta, e questa di buon consenso hebbe il peso di soldi trenta il staro per suffraggio di questa pur troppo angustiata Camera.
Con tale misura, Serenissimo Prencipe, disponevo di regolar in ogn’altro estrato li publici vantaggi, uniti al solievo de’ poveri sudditi che mi stano nel cuore stesso, per assicurar in un tempo li pericoli di comunicatione coll'Imperio, ristorar tanti infelici che convengono struggersi insino a cinque giornate di camino nel corrente serramento de’ passi, e minorar alla publica Cassa li grossi dispendii ch'ella tiene nelli correnti travagli; ma questa città, essendo comparsa a farmi instanza di sospender esse tratte, stimai bene d’assentir alle medesime sino ad altri publici incarichi, e di inchinar intanto il mio sincero sentimento, che le conosce direttivamente drizzate all’aggravio degl’altri fedelissimi sudditi di Vostra Serenità, che circondati dalla miseria, scarsi di soggetti, non possono comparire a cavar dalla publica compassione la giustitia ch'io che son sul fatto loro conosco dovuta.
Dico che con le tratte di mare salvano li pericoli del comercio, perché passadosi a’ confini di campagna aperta e boschi asprissimi nelle condotte per terra, è facile in lunghissimo giro di paese passar nel Contado di Pisino bandito, che languisce di questa proviggione a tal segno che si sono trovati delli temerarii che, credendo ad’ingannar le buone cautioni da me disposte a sicurezza dell’importante materia, si sono rischiati con fedi false penetrar poche miglia lontano da questa città, dove, riconosciuti, hanno pagato col gastigo, se ben indulgente, l'ardire. Solievo de’ sudditi, perché le città e terre tutte della provincia, che stentano sale a schena di cavallo, et li appaltadori delle peschere vengono a pagarlo sino a lire dodeci e quatordeci, dove per mare non costerà, compresa la detta contributione, più di lire sei, prezzo che volentieri pagherebbero, con maggior proffitto di Vostra Serenità, quello che si riceve per conto publico. Vantaggio della publica Cassa, perché se l'Eccellenze Vostre hanno fatto ducati mille cinquecento circa di capitale, in soldi cinque, ch’attualmente paga di datio ogni staro, negl’estrati per terra vi si aggiungono a quelli per mare dalla mia applicatione altri soldi trenta di più, con sommo contento de’ Vostri sudditi; raccolta forse non indegna de’ publici riflessi, perché nell’essito che si farebbe in tutta la provincia, potrebbe haversi qualche respiro a’ tanti dispendii et aggravii, mentre per il detto rigoroso prezzo non possono li miserabili haver tutt’il bisogno, e li appaltadori di pesche convengono gettar quantità infinita di pesce, che verrbbe a fruttificar altro datio in cotesta Dominante.
Non posso positivamente rappresentarla all’occhio della publica auttorità, perché havendo inteso di dare il puro bisogno durante il serramento de’ passi, è impossibile calcolar utile stabile; ma può dessumersi dal sudetto accordato, che se pagano per terra cinque, pagherebbero trentacinque per mare senza che vi sia altra differenza da terra a mare, che quella mal veduta da Capo d'Istria, cioè che li sudditi della provincia bassa rissentirebbero del paterno solievo di Vostra Serenità, con proffitto considerabile del suo più precioso patrimonio. E se finalmente dico che conosco l'instanze della città per poco loro utile drizzate all'oppressione di tutto il resto della provincia, Vostre Eccellenze dalla mia fede habbino questa verità nel riflesso che il mottivo loro nasce per il dubio di non poter essitar il suo vino, mentre se non si capiterà a levar sale con cavalli, cesserà la confluenza di persone che per necessità convengono, in reffriggerio di lunghissime giornate di strada, pagarlo a rigoroso prezzo; e questo interesse di pochi, ma accorti, privati, fa languire li restanti sudditi, e leva a Vostra Serenità una sì rimarchevole rendita, che anco nella libertà di comercio potrebbe continuare; mentre presso predicato interesse di vino, che non può montar ch’insensibile summa, strascia troppo sensibilmente un più numeroso e più miserabile suo popolo, con utile in tempo d’averta?? de’ passi degl’imperiali Cranzi, che levandolo qui a utilissimo prezzo lo vendono a quel più che può pagar le loro fattiche, quelle de’ cavalli, e fruttificar del guadagno; così che, per un pane che si dà a quelli di Capodistria, che non possono vantare alcun privileggio, se ne tolgono più di cinquanta agl'altri Vostri sudditi, per ingrassar quelli del Stato Estero.
Zelo di buon cittadino, una pura charità verso questi popoli, che Vostra Serenità mi ha raccomandati per la salute, mi move a portarle il lungo tedio delle presenti, onde dalla publica infalante?? prudenza vengha deliberato quanto credesse più opportuno a solievo della necessità. Gratie etc.
Capod'Istria, a' 8 marzo 1681.

Bernardo Gradenigo, Proveditor alla Salute.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 64.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.