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8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo

Dispaccio del 18 giugno 1651

N. (senza numero).

Serenissimo Principe,
rapresentai alla Serenità Vostra in mie riverentissime lettere di XIII instante, per capo di maggior importanza gl’oggietti del Sangiacco Cenghiich di Herzegovina, nel voler edifficar un luoco presso Nixichi in forma di città, et havurà la sapienza sublime dell’Eccellenze Vostre compreso le conquenze ben alte che da quest’effetuatione potranno rissorger a pregiuditio di questi luochi. Per ciò fecci mottivare ad un capo principalissimo di quelli popoli, confidente da gran tempo, se puoteva conoscer alcun’appertura con cui puotesse sperarsi il divertimento di questa pernitiosa innovatione, il quale hoggi risponde in lettere al Cavalier Bolizza che saran aggiunte in copia, non esser addito al remedio, nè speranza favorevole all’intento ch’in ciò apunto esprime l’afflittioni comuni di quelli popoli, che si dolgono essersi continuamente differito l’attacco di Castel Novo, doppo l’impresa di Risano, nella quale sendosi interessati colle loro armi da questa hora conoscono a se stessi si gran pregiuditii. Da ciò vedesi che l’inimico veria a constituir in posto di maggior sicurezza la medesima sua piazza, il conquisto della quale principalmente doveva sperarsi sa detti popoli, col tenir il freno alla libertà di questi, per haver anco sempre il seguito delle loro armi a danni nostri, ove prima servirono quasi d’antemurale alla sicurezza di questi luochi. Questo essempio dovuranno per necessità che si teme inevitabile, seguir tutti gl’altri segnenti popoli del paese, ch’anzi in quest’ultime invasioni con le loro armi hanno dato il maggior vigore alle forze del Sangiacco di Scutari.
Se dunque a questi tempi la buona inclinatione, colli favori apperti de medesimi popoli numerosissimi, servì di gran riparo a questa piazza dalle nemiche mosse, nell’avenire seguendo li contraria mutatione, consideri la virtù infalibile dell’Eccellenze Vostre il stato della medesima, ch’attorniata da potentissimi nemici non puotrà più sperar la diffesa nè la sua salute, che dal proprio pressidio, il quale quanto debolissimo sia, havuranno elle osservato dalle mie rellationi pontuali portate alla Serenità Vostra, doppo l’arivo mio a questa carica.
Io rapresento agl’ochi di Vostre Eccellenze, come faccio all’eccellentissimo signor Generale, questi dubii di mutationi gravi, ch’inducan poi peggior effetti, onde dalla lor mano suprema possano opportunamente esser compartiti li ripieghi che giudicaran più adequati a preservatione di questi luochi, che fra li provedimenti d’altre militie all’occasioni richiedono pur di presente il munimento con formento et altri grani con quantità de biscotti, non tanto per le giornali dispense a chi si deve, quanto per tener proveduti li depositi per l’urgenze gravi che sempre di devon temere nelle fortezze, com’è questa di soma gelosia, et che con tutte le provigioni ch’ha da vivere malamente puotia suplire per puoche settimane, mentre messime l’accidente portasse la ritirata alla città di tutte le famiglie et genti del contado. Tutto ciò ho dovuto motivare humilissimo, in sodisfatione del mio ardentissimo zelo nel ben servire alla patria.
Insiste ancora nelle pretensioni et speranze il nominato Sangiacco Cenchiich di Scutari alcun regallo da questa parte, con le già accennate sue promesse di rimover per questa campagna ogn’attentato suo e del Giusufbegovich, e ne ricerca nelle già dette lettere al Cavalier Bolizza le rissolutioni, pensando nel caso diverso promover unitamente col medesimo altro Sangiacco tutti li maggiori torbidi, onde colle risposte d’esso Bolizza sopra li Generali, in suo privato nome senza motto di mia cognitione, procurarà farlo tenere a bada, fino sopra questi avisi o capiti alcun soccorso da Zara per ressister alle lor forze, o alcun altro ordine, in quello delliberasse l’eccellentissimo signor Generale, il che pure serva di riverentissimo aviso alla Serenità Vostra. Gratie etc.
Cattaro li 18 giugno 1651.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
Allegati: lettera di Ali Beg Ramadanovich indirizzato al cavalier Bolizza (1 c.); traduzione del dispaccio giunto con corriere espresso al cavalier Bolizza (2 cc.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 2.
Trascrizione di Giulia Giamboni.