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8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo

Dispaccio del 3 luglio 1651

N. (senza numero).

Serenissimo Principe,
continuano le confermationi dal paese dell’insistenza de Turchi confinanti, nel pensiero di rittornar a danni di questa parte, ancorchè ultimamente sia passato il Sangiacco Giusufbegovich alla sue case a Scutari, rimastovi il suo Luogotenente presso il Cenghiich a Cullassine, verso Nixichi, per l’edifficatione del nuovo forte o città: causa che preveduta anco da popoli del Monte et l’occasione nuova di doversi unir all’armi prepotenti dell’inimico, formar pur essi gl’eccitamenti a nuovi sudditi di Zuppa, per concertare l’agiustamento col medesimo Sangiacco, come dalla traduttione dell’alligata lettera a lor diretta l’Eccellenze Vostre si compiaceranno intendere, et dall’altra scritta a me da un Turco confidente che ben fa palesi le male intentioni del detto. Li sussidii per ciò e li rinforci, divotamente considerati alla Serenità Vostra et rapresentati anco all’eccellentissimo signor Proveditor Generale, come pur hora faccio, sono necessarii di modo ch’il sapientissimo intendimento dell’Eccellenze Vostre lo giudica, non puotendo nell’occasioni dal stato essausto di questa piazza et dalla debolezza di queste forze, dipendere de pregiuditii molto dannosi sperandosi apunto al più il pressentar costanti essi nuovi sudditi et ben diffesi gl’altri, col callore de medesimi rinforci, non cessand’io ad inanimirli con proprie apparenze, sperand’in tanto gl’effetti della pretiosa Publica assistenza, onde con opre più valevoli sia adempito il buon servitio della Serenità Vostra.
Doppo il mio arivo a questa carica, si continuò sempre nelle gelosie dell’incursioni et per ciò stando a compartire il puoco numero di queste barch’armade a diversi posti del canale, mi cessò il modo d’adempir alle forme ch’andavano meditando, nel rassegnare quella militie ad oggietto di ben osservare le fraudi che puotivan esser a danno di Vostra Serenità. Ultimamente dunque per la luntananza dell’inimico, stando riddotte ad uno a queste barche, fecci inaveduta partenza di notte et nell’alta giunsi al posto, ordinatane la ressegna colle più caute osservationi, fu ritrovato nel numero di sole quatro che da lungo tempo servon a questa custodia; il diffetto di dicisette soldati, tra mancanti e sudditi di mentito nome, fatti riconoscere dal Capitano del contado et altri quatro nelle doi nuovamente capitate, onde la cassatione di tutti questi per troncar quanto più si puoteva il Publico pregiuditio, ordinai che s’intenda nel tempo dell’ultima rassegna, fatta respetivamente giù cinque mesi dall’illustrissimo mio predecessore, onde al vantaggio dell’interessi della Serenità Vostra restin deffalsate a Capitanii le paghe di quel tempo, che rillevano col biscotto, circa la sume di lire tremille e novecento. Havurò nel stesso modo incessante mira per tener luntani simil disordini a benefficio della patria e dev’in tanto questo devotissimo raguaglio alla Serenità Vostra.
Non comparendo per anco li biscotti et altri provigioni da viver delliberati da Vostra Serenità per questa piazza, si va riducend’essa sempre più in penurie maggiori, hora havuranno veduto da altre mie e per ciò sono suplicate da me accellerare la loro speditione ch’estremamente urge, capitino bene tosto. Gratie etc.
Cattaro a 3 luglio 1651.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
Allegato: due constituti riferenti dei saccheggi e delle distruzioni perpetrare dai Turchi in territorio di Zuppa e provincia (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 2.
Trascrizione di Giulia Giamboni.


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