31 marzo 1681 Valerio da Riva
Dispaccio del 11 maggio 1682
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
il datio degl’instromenti e testamenti di questa provincia, che nella condotta dell’anno passato si deliberò per lire duemile, resta dal mese di dicembre in qua inaffitato, tuttoche io non habbi lasciato d’usar sopra gl’incanti continuate dilligenze per conseguirne l’effetto, et habbi disposti quegl’ordini che mi sono parsi conferenti ad assicurarne l’essattione, obligando singolarmente li nodari a non stipular gl’instromenti se prima non havrano un bollettino a stampa dal datiaro, ch’il datio sia stato pagato. Qui, sotto l’occhio del Reggimento, le cose, ben disposte, si puono anco far ben essequire, ma ne’ luochi distanti, e per la provintia sparsi, non è facile ’l far praticare la puntualità delle regole. Tengo però un’offerta nell’inclusa scrittura di mille settecento lire, che sarebbero trecento menno della condotta passata. La mando sotto le ponderationi sapientissime della Serenità Vostra, perché si degni commandarmi il supremo beneplacito.
In questi giorni corsi s’è divulgata voce di nuov’emmergenze di contaggio nella Stiria. Ho procurato raccogliere, con i mezi di confidenti, le più certe note, spedendo a tal fine un espresso a Lubiana. Tutto ho partecipato fin hora in tre mano di mie lettere a cotesto Magistrato Eccellentissimo alla Sanità. Nel villaggio picolo di Strasgongh, non più di quattro miglia da Gratz distante, morsero intorno quindici persone di contaggio, portato ivi d’alcuni partiti da Varasdin. Ciò fu già tre settimane in circa. Quei Magistrati e Commandanti applicarono subito li provedimenti dovuti, serrando la villa, né lasciando sortire alcuno. Confidavano ch’ivi si estinguesse il male, tanto più che in diversi giorni dopo que’ primi accidenti altro non v’era successo. Lubiana, sopra tali avvisi, interdiciendo alla Stiria la pratica et i passi, usava le cautelle maggiori, le guardie più dilligenti e le operationi più rissolute per ben diffendersi; ciò ch’a queste parti ridonda in singolarissimo vantaggio e cautione. Correva pure colà voce, ch’a Cilla e Petovia successe alcune morti di grave sospetto; ad ogni modo non erano ancor in chiaro se veramente fussero procedute da contaggio, o da malori d’altra qualità e conditione. N’attendevano però le rellationi più certe, ch’a me verranno, com’ho dat’ordine partecipare, per rassegnarle alla notitia riverita di Vostre Eccellenze e dell’Eccellentissimo Magistrato.
Intanto m’è parso proprio di prohibire agl’Imperiali l’entrata in questa provincia se non muniti di fedi di Sanità. Così, distribuiti gl’ordini e li proclami, s’è commandat’a’ luochi soliti l’errettione di rastelli, per praticare poi anco quel di più che mi verrà commandato, o che portassero nuovi considerabili accidenti, ch’il Signor Idio si degni per sua bontà tener luntani da Stati di questo Serenissimo Dominio. Gratie etc.
Capodistria, 11 maggio 1682.
Valerio da Riva, Podestà e Capitanio.
Allegato: nota con l’offerta di lire 1.700 per l’affitto del dazio degli instrumenti e testamenti (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. .
Trascrizione di Umberto Cecchinato.