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31 marzo 1681 Valerio da Riva

Dispaccio del 9 giugno 1682

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
io tenni commissione dal Magistrato Eccellentissimo alla Sanità, in lettere di 20 del caduto, di bandire la pratica et il commercio a tutti quelli dell’Istria Imperiale, et in spetie a Fiume, Buccari, Buccarizza e Trieste; onde, se bene il proclama a stampa del Magistrato stesso, publicato sotto li 18 di detto mese, non fa mentione di tali luochi, ma della Stiria sola, e delle città e ville in quella parte infette, io ad ogni modo, con esse lettere regolandomi, son stato perseverante, come tutthora son, di tenere interdetta la pratica e commercio all’Istria Imperiale, com’a Buccari, Buccarizza, Fiume e Trieste; così pur osservando l’Eccellentissimo signor Capitanio di Raspo, di concerto con il quale l’Eccellentissimo Magistrato medesimo m’ha ordinato ch’in quest’importante materia io camini.
Quelli di Trieste però, ch’hano veduto l’accennato proclama in stampa, non trovandosi in quello nominati, s’hano doluto e tuttavia si dolgono, parendo loro che questo Reggimento habbi di proprio mottivo trapassate le commissioni con interdirli. Ond’io partecipai simil indolenze al Magistrato predetto, perché, dalla maturità di quegl’Eccellentissimi Senatori ponderate le cose, mi fusse data precisa commissione, s’io dovevo essequir il proclama de’ 18 o pur le lettere de’ 20 preaccennate.
Hora, mentre ne sto ottenendo le risposte, ch’io mi figuro esser certamente in viaggio, ma ritardato dalla contrarrietà de’ venti, nuove notitie tengo dei lamenti e delle querele de’ Triestini, tutte dirette contro questo Reggimento, e più contro la mia particolar persona, quasi che per miei oggetti e fini privati io tenga loro serrati li passi et impedita la pratica et il traffico, ne lasciano mostrar intentione di voler sopra ciò far portare alla Serenità Vostra qualche indolenza et uffitio.
Io però, se bene da questi Proveditori alla Sanità, per termine di buon’intelligenza, ho fatto partecipare a quelli di Trieste le commissioni superiori che si tengono di così operare, ad ogni modo credut’ho proprio ancora di spiegar humilmente alla Serenità Vostra l’esser puro, e reale di tal insorgenze, perché ad ogni tentativo che per aventura li Triestini faccessero, la Publica Sapientia si trovi pienamente informata. Gratie etc.
Capodistria, 9 giugno 1682.

Valerio da Riva, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 65.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.