31 marzo 1681 Valerio da Riva

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
d’improviso è sorta la voce ch’in villa di San Pas, sopra il fiume Vipao, e sotto il contado di Goritia, si sia scoperta la peste; confermandosi poi ciò per lettere scrittemi dal signor Conte Sigismondo della Torre, e d’altre di Trieste, sendo tutto il confine di questi Austriaci nel motto di provedersi e di ponersi nelle più vigillanti guardie e valide diffese. Io ad accidenti tanto funesti e tanto vicini non ho mancato subito il ravvivar e rinforzar gl’ordini più aggiustati e rissoluti per la provincia, e qui si sono disposte, e vano disponendo, tutte le cose che, con l’aiuto del Signor Dio, valer possano ad una buona custodia e diffesa; e mentre per espressa barca convengo con sì molesto avviso turbar gl’animi di Vostre Eccellenze, trasmetto pur anco a cotrest’Eccellentissimo (!) Magistrato le notitie più distinte, per quelle deliberationi che dal’emmergenze gravissime si ricercano. Intanto io posdimani monterò a cavallo per riveder e visitar occulatamente tutti li posti, determinato d’usar del pari le dilligenze e li rigori che si richiedono.
Capodistria, 27 giugnio 1682.
Non essendomi giunta alcuna commissione riverita dalla Serenità Vostra nel proposito della saliera ch’io scrissi, e stanti l’insorgenze, che chiamano ogn’attentione per il divertimento di qualunque pericolo, ho dat’ordine che si suspenda la vendita di sali stessi, tuttoche da se medesima rimarà divertita, stante che, li Triestini havendo sospeso il Cragnio, non vi può esser alle medesime concorso dei Cranci. Questi da Capodistria e da Muggia però l’andavano rimettendo in Zaule, luoco solito dove praticava su ’l confine, per ivi praticarla occorrendo, ma io non permetterò l’uso, senza previo supremo commando della Serenità Vostra, né in quello né in altro luoco.

Valerio da Riva, Podestà e Capitanio.

Nota: il dispaccio non è datato.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 65.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.