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31 marzo 1681 Valerio da Riva

Dispaccio del 1 luglio 1682

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
benchè l’Eccellentissimo Senato da luoghi più proprii e vicini al pericolo habbi le notitie di tuto quello va di momento accadendo nell’insorgenza molesta di S. Pas, con tuto ciò io non posso sospender l’obbligation di riferir a Vostra Serenità quanto tengo da corispondente Cavaliere di stima e di credito. Tra le voci varie, che corsero circa l’introduttione del male, resta per più accreditata quella che afferma che la gente del signor Vescovo di Lubiana habbi portato quella scintilla che ha destato l’incendio, mentre si sa, che questo prelato, trovandosi già un mese in Eberburgo, loco di sua giurisditione, dove infieriva il contaggio, et arivato a Goritia morse in casa Rabata un stafiero con effetto della mala influenza. Si nascose il caso sotto il pretesto che fosse di male venereo, ma ora che è morso anco il prete che lo confessò con li medesimi segni, dà occasione di molto sospetto. Non succedendo però doppo predette due morti in Goritia altri casi, né dilatatosi il male fuori di S. Pas, si deve sperare, nella clemenza del Signor Dio e nella buona risolutione degl’huomini, di veder presto sopito sì mortifero morbo. In questa provincia per quello che seco porta la diligenza humana e le deboli mie forze a tuto ho sodisfatto, premunendo con guardie e disponendo con gl’ordini la più sicura diffesa; e perché è debito l’operare, io non tedio l’Eccellentissimo Senato con la repetione di mie fatiche, che non son poche nel custodire uno Stato esposto ad ogni pericolo per i confini lunghi, montuosi et aperti e framischiati con quelli di Cesare. Gratie etc.
Capodistria, il primo luglio 1682.

Valerio da Riva, Podestà e Capitanio.

Allegato: lettera di un confidente, indirizzata al rettore di Capodistria, concernente la diffusione del contagio a Gorizia e S. Pas (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 65.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.