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31 marzo 1681 Valerio da Riva

Dispaccio del 4 luglio 1682

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
nel corso di questo Reggimento sono state continuate le gelosie per il contaggio ch’è andato con funesti successi serpendo ne’ paesi austriaci, com’è ben noto alla Serenità Vostra. Partì da questa provincia nel mese di maggio dell’anno passato l’Eccellentissimo signor Proveditor Gradenigo, che con sommo zelo et incomparabile attentione supplì perfettamente alle parti sue; onde per commissioni dell’Eccellentissimo Senato a me restò appoggiata la soprintendenza di tale gravissima materia. Io non mancai d’afissarmi nella medesima con tutta l’applicatione maggiore dell’animo, e d’impiegarmi senza risparmio veruno della persona, portandomi a visitar tutt’i passi, e riveder le terre e luochi dov’ha ricchiest’il bisogno, come la Serenità Vostra e l’Eccellentissimo Magistrato sono restati d’ogni cosa da me, di volta in volta, distintamente ragguagliate, espedendo poi, secondo l’emergenze frequentissime, ordini e proclami a tutti li Reggimenti e giurisditioni della provincia, per il corso di quattordeci mesi.
In tutte queste funtioni m’ha servito domino Franco Mutti, mio Cancelliere, lasciando intanto et intermettendo le altre operationi della Cancelleria, dalle quali se ne ritrahono le utilità che sono, col fondamento degl’aggravii per decime, tasse et altro, di circa ducati cinquanta al mese, oltre di che conviene soccomber all’altre spese di sostentarsi con la famiglia in quella decenza ch’è propria dell’honorevolezza della carica. Egli però ha sostenuto senz’utilità veruna, com’io lo so di certo, tutto questo peso, et adempite tutte quelle incombenze che sono proprie de’ Cancellieri degl’Eccellentissimi Proveditori alla Sanità, a’ quali, oltre la panatica, o tavola, che gli somministrano i patroni, corrisponde la publica Cassa il salario di ducati dieci al mese. Io però, conoscendo le sue operationi e le sue fattiche, alle quali con tutta prontezza e con egual dilligenza è concorso prestando un così importante servitio, mi pare giusto di farlo humilmente noto alla Serenità Vostra, perché la publica benefficenza, stimandolo meritevole di recognitione, con l’assegnamento dell’accennato salario, o pure con allegirirlo della decima, che oltre l’altre gravezze in questa Camera paga, di ducati sei, et mezo all mese, possa essercitare gl’effetti della publica gratia. Gratie etc.
Capo d’Istria, 4 luglio 1682

Valerio da Riva, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 65.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.