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31 marzo 1681 Valerio da Riva

Dispaccio del 8 gennaio 1682

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
capitati in questo porto il Capitano Marco Maina con la sua galeotta necessitosa d’acconcio, come humilmente accennai alla Serenità Vostra nelle mie de’ 2 corrente, fattone osservar il bisogno per ridurla in stato d’operare, veduta di poco rillevo la spesa, che non ha ecceduto le lire 47, l’ho fatta pur anco rissarcire, con mutar le stoppe, recalcarle, impegolarle et rimetter alcuni chiodi; e poi, in virtù delle publiche commissioni, l’ho espedita all’obbedienza dell’Eccellentissimo signor Generale in Dalmazia, accompagnata dal rollo e note neccessarie. Et il Capitanio, creditore delle paghe di decembre e di parte di genaro presente, non potendo senza dinaro partire et implorando il neccessario soccorso, ho convenuto sovenirlo con lire 540, et non essendovene di ragion libera in Camera, né anco per supplir alla galleota che è qui di guardia, creditrice delle paghe di decembre e corrente genaro, ho convenuto per inevitabile partito pigliar ad imprestito questo denaro da uno de questi mercanti, né ho ardito di valermi di quello di ragion risservata, per non essendovene d’altra conditione, che delli soldi sei per lira, destinati all’Eccellentissimo signor Proveditor ai Pro, e questi in poca quantità, per haver il mese decorso trasmesso tutto quello vi era di questa raggione. Quelli di limitatione et aggionti dovuti alla Cassa dell’Eccelso Consiglio di Dieci, e lire due milla in circa di ragione di decime de’ offittii e regimenti, e lire 40 di decime del clero, attenderò dalla Serenità Vostra il modo di risarcire il speso nel saldar le due Compagnie licentiate per il mese di novembre et da sodisfar il debito contratto al presente, come di tutto ho portato dilligentissima notitia all’Eccellentissimo singor Savio Cassier.
Perché vengo avertito esser disposto, per legge dell’Eccellentissimo Senato, che ai Rettori non habbino a farsi buone le giornate impiegate in viaggi e fontioni fuori di città per l’occorrenze di publico servitio, quando non si vedano ducali responsive che espressamente specifichino il numero delle giornate medesime che habbino ad esser a’ Rettori stessi ne’ loro conti bonificati. Perciò, havendomi portato io per questa provincia in virtù de’ publici commandi, e del Magistrato Eccellentissimo alla Sanità, e specialmente in Albona, per accudir all’importanti custodie de’ passi, stante la gravation del contaggio nelle provincie austriache, ne portai all’Eccellenze Vostre et al Magistrato medesimo di volta in volta distintamente le dovute reverentissime notitie, ma, inavertito, tralasciai d’esprimer il numero de’ giorni consumati, onde per adempir di presente l’ommissione dell’hora, e prima d’ellevar dalla Cassa il dinaro prescritto, humilmente alla Serenità Vostra partecipo che col passato luglio, che fu il primo viaggio, undeci furono le giornate consonte, come trenta impiegate nell’ultimo, essequito nei mesi di novembre e decembre caduto, dalle quali per gl’accennati rispetti n’imploro dalla publica benignità il consenso e l’approbatione. Gratie etc.
Capodistria, 18 gennaro 1682.

Valerio da Riva, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 65.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.