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29 luglio 1682 Bernardino Michiel

Dispaccio del 6 ottobre 1682

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
ho riverito il sovrano commando della Serenità Vostra, espresso in ducali 12 settembre scaduto, coll’intimatione alli daciari della nova imposta de’ sali, acciò havessero a sostituire altri piezi in luoco di quelli che patiscono appositamente per ben cautellare il publico interesse, et a dover migliorare la conditione delli due anni senza interrutione di commercio. Non è sorto però possibile poterli rimovere dal loro proponimento, non ostante ch’habbi tenuto pratica con alcuno d’essi, a parte per insinuarle quel dovere. Anzi ho compreso dal loro discorso che l’accrescimento delli ducatii 205 di più della passata condotta non tende al fine del publico vantaggio, ma al riguardo del loro unico interesse, mentre la particola posta nella polizza d’incanto, d’abboccarlo per anni due senza interrutione di comercio, mira a dilungare molto più questo tempo, nel qual caso il dacio di Vostra Serenità non sarebbe deliberato per li soli anni due, ma per tre e quatro, col solo accrescimento del ducati 205; e pure l’esperienza dimostra che, quando non succedono accidenti più gravi del presente, il dacio non è per rissentire pregiudicii, caminando tuttavia la saliera apperta e con maggiore confluenza di prima.
Tutti gl’altri dacii, correndo per Serenissima Signoria, soggiaciono a discapito, ma quello de’ sali non corre sotto questo pericolo, perché, tenendo la comunità di Capodistria e quella di Muggie ministri che registrano la quantità de’ sali che giornalmente sono dispensate, può in un’occhiata e senza verun deffraudo esser compreso l’importanza del dacio dovuto a Vostra Serenità; onde per mio humilissimo sentimento reputarei di maggior uttile al publico ch’il dacio sudetto caminasse per conto dell’Eccellenze Vostre, che affittato col sopra più delli ducati 205, che non tengono l’oggetto delli due anni soli, ma di molto più per la conditione espressa nella poliza d’incanto. Io raccordo riverentemente il publico benefitio; nel resto ho pronta l’obbedientia per essequire tutto ciò che dalla Serenità Vostra mi verà prescritto. Anco il dacio delle rendite di Dignano sta in sospeso per non esservi la publica approbatione. Mi passa per la mente che le conditioni pretese da chi l’abboccò portino qualche appositione. Le humilio però alla Serenità Vostra per quelle rissolutioni che stimasse conferenti al suo servitio. Gratie etc.
Capodistria, 6 ottobre 1682.

Bernardin Michiel, Podestà e Capitanio.

Allegato: polizza d'incanto del dazio delle rendite di Dignano (1 cc.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 65.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.