29 luglio 1682 Bernardino Michiel
Dispaccio del 21 novembre 1682
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
la carica di Scontro di questa magnifica Camera chiama un’estraordinaria fede, perché tra le molte incombenze ch’ella tiene, v’è quella di invigilare alle riscossioni de’ livellai che annualmente sono tenuti pagare al publico diversi di questi cittadini; ella è goduta per gratia dalle nobil donne Chiara e sorelle Querini, figlie del nobilhuomo ser Andrea Querini, che l’affittano presentemente, ducati 60 all’anno, a don Mattio Ferro della città di Venetia. Questo, per l’esperienza de’ discapiti che prova da un anno e mezo in circa, che ne dirigge il peso, è venuto in deliberatione di renonciarla alle predette nobil donne et nobil homo Querini, dalla qual carica non riccava che lire 23 al mese, et ne corrisponde 31 d’affitto. Non è stato però né ascoltato, né essaudito; onde replica a me l’ingionte scritture, che contiene l’istessa renoncia, protestando non poter resistere, instando che sia proveduto per la sua licenza. L’humilio a Vostra Serenità perché degni prender gl’espedienti che sono chiamati dal suo interesse. Li rispetti che militano a desiderare soggietto lontano dalle confidenze, e d’altro paese, cadono più sotto i rifflessi sapientissimi di Vostra Serenità che sotto le mie fiache considerationi. Senza ministro non è possibile che la Camera sia dirretta, e dubito che con l’aggravio presente non possa il nobil homo Querini trovar alcun soggietto d’integrità, et d’altra Patria, che n’assuma il peso. Gratie etc.
Capodistria, 21 novembre 1682.
Allegato: rinuncia di Mattio Ferro alla carica di scontro della Camera di Capodistria (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 65.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.