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7 luglio 1682 Giovanni Giustiniani

Dispaccio del 7 luglio 1682

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
la terra di Muggia stando, nella consideratione d’importantissimo riguardo per la vicinanza di Trieste, suspesa, m’obbligò alla visita, ieri adempita con l’osservatione più esata e con la prescritione di quegl’ordini che riputai conferenti al miglior servitio nelle presenti contingenze moleste.
Di là passai al posto gelosissimo di Zaule, che divide il confine coll’Imperio due miglia circa distante da Muggia, premunito con guardia et assistito dalla soprintendenza d’un  cittadino. Qui ne’ passati sospetti fu, con regole prudentissime ristituite dal zelo dell’Eccellentissimo signor Bernardo Gradenigo, Proveditore alla Sanità in questa provincia, trascielto il luoco a benefficio di quei poveri sudditi per la vendita de’ sali, che sono l’unico sostentamento; e, quantunque il sito sia geloso, quando fosse presidiato nel modo che ho concepito al riguardo, lo riputarei valevole in sicurezza a consolar tanti sudditi supplicanti l’esito del sale, senz’il quale provano l’afflitioni di compatibile calamità.
Scorsi a cavallo sin a Caresana, villa di poche case composta, tra quali tre ve ne sono arciducali, habitate da gente di quelo Stato, per la coltura de’ terreni contigui, sopra le quali, estendendo maturi rifflessi, applicai quelo compenso che giudicai pratticabile e conferente per cautella de’ sudditi di Vostra Serenità, a’ quali commisi, in pena della vita, d’astenersi dalla prattica di quelle genti, e d’invigillare se in dette case fossero introdotti esteri, che, portando gelosia, obligassero a maturi riguardi, per applicarli in caso di maggior premura. La stessa villa è circondata da’ confini esteri, scarsa d’habitanti et esposta a pericoli; onde per suffragarla ho dispost’in quel luoco il condotto Pietro Gavardo con sei soldati, due de’ quali daran rinforzo al posto di Zaule; con questa regola, presidiati i luochi, spero divertiti tutti i sconcerti.
Essential inconveniente riputai quello delle guardie ritrovate senz’armi, con semplice brandistocco o allabarda, e se tal uno havesse schioppo o moschetto, non ha munitione per adoprarlo in sicurezza del posto e della propria persona, esposta alle violenze di chi con la forza volesse tentar l’introdutione nel Stato; da che presi risolutione (…) in Cappodistria d’ordinar al Capo Munitioner la consegna di sei azzalini di publica raggione, con moderata quantità di polvere e balle, al condotto antedetto, ch’ha la cautione di riceputa per la restitutione, perché poi dal medesimo siano destribuiti alle guardie; scielsi questi più del moschetto per esser più facili pronti, e per scanso della michia che giorno e notte inutilmente si consumma; di tal fama circoscritte le diretioni, spero haver ben cautellate quelle guardie.
L’Eccellentissimo signor Podestà e Capitanio, al quale continuano le notitie de’ corrispondenti, m’honora de l’annessi raguagli, che senza ritardo rend’oggetto delle sapientissime rifflessioni dell’Eccellenze Vostre, ed al Magistrato Eccellentissimo alla Sanità, per ricever documenti e regole ne’ miei maneggi alla preservatione applicati.
Altre particolari del passato zugno raccolgo da lettere di due affetti, ma perché le considerro a publicca notitia, ne tralascio l’espeditione per minorar il tedio all’Eccellenze Vostre, alle quali con humilissima divotione accenno la necessità de’ condotti, e della Compagnia già disposta per l’occorrenze di questo rillevante servitio, al quale non posso disporle per ritardo della comparsa; in tanto, per sicurezza de’ luochi più apperti all’indiferenza de’ confini, spedisco le Cernide sin all’arrivo loro da me desiderato per sicurezza di questa provincia, che ha bisogno di moltiplici ripari per ben cautarsi. Gratie etc.
Capodistria, 7 lugio 1682.

Giovanni Giustiniani, Proveditor.

Allegati: lettere di confidenti da Gorizia, concernenti lo stato del morbo (3 cc.); relazione sui luoghi infetti risalente al 25 giugno 1682 (1 c.).

Nota: nella stessa filza esiste una copia esatta di questo dispaccio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 65.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.