8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo
Dispaccio del 25 agosto 1651
N. (senza numero).
Serenissimo Principe,
havurà l’insigne sapienza dell’Eccellenze Vostre compreso da mie humilssime lettere di 9 stante la vicina mancanza di dannaro et angusta la provigione de formenti, da che implorai la pietà Publica che col fondamento della lontananza de soccorsi a questa parte fossero delliberati opportunamente li benignissimi sussidii a doversione de disconci che una necessità ristretta puotrebbe partorire nel sconcerto de gl’affari in paese; esposta questa piazza ad osservatione continua fra due potentissimi Sangiachati d’Albania et Herzegovina.
Il bisogno riddotto a questo termine, si considerò per le militie che di già servono et sopra le quali ho dovuto da primi giorni del mio arivo alla carica, portar distinto lume alla Serenità Vostra in lettere di 20 aprile prossimo passato, ciò che necessariamente cadaun mese si richiede nelli soliti terzi di sol dannaro, oltre il pane.
Hora l’eccelentissimo signor Proveditor Generale m’avisa in sue lettere di tre corente haver delliberato d’inviar in aggiunta a questa custodia la gallea Arbesana, quatro barch’armade et qualche numero di cavallaria, con preavertenza in chiarissimo senso che li soccorsi per sostentamento pur di queste forze, anco della stessa gallera, io habbi a ricercar et attenderli dall’Eccellenze Vostre, dovendo derivarmi dalla loro mano ogni assistenza, nella penuria incredibile in cui si ritrova del tutto et che questo non restarà d’affermar anch’egli alla Serenità Vostra.
Da ciò riffletta l’incomparabile virtù dell’Eccellenze Vostre a che sogno veran accresciute le calamità e li bisogni et tute che alla lor mente felicissimi ottimamente può esser noto, quanto per necessità mensualmente dovurà occorer a sostentamento tanto delle militie proprio in distinti capi nell’ocluso foglio farne cavar un pontuale ristretto da questa Camera, dal quale vedranno prima che fin hora si doveva del solo dannaro ogni mesi alla stessa militia, et a barch’armade solamente, ducati tre mille cento e tredeci soldi quatro, et poi che a questo converà aggiungersi per l’avenire per le soventioni di doi gallere et quatro delle altre barch’armate con la stessa cavallaria ducati novecento e ottanta sette, onde fan in tutto per le soventioni solamente cadaun mese ducati quattromille cento, soldi quatro.
Del pane poi che si dispensa de formenti del fontico, nelli soliti terzi ad esse militie, è pure distinto il conto rillevar cadaun mese a migliara 26, libre seicento di farine. A questo s’accresserà in avenire per detto numero de cavalligeri, almeno altro un migliaro e libre seicento e dodeci. Necessariamente dunque per questo sol riguardo cadaun mese si smaltiscono stara doicento trenta quatro libre cento; et convenendo tener proveduta in ogni tempo anco la città col pane a scaffa, per non haver suo fontico, comprenda la singolare sapienza dell’Eccellenze Vostre per quanto poco tempo servir possono li cinquecento stera che s’intende esser stati nuovamente delliberati con circa trecento otanta soli, che hora restan in queste monitioni.
De biscotti poi si riduce pur il computo che fin hora ad una gallera et otto barch’armade, cadaun mese per contribuirli la quantità necessaria era di migliara vintitre, libre seicento cinquanta. In avenire si dovuranno acresser per altra gallera et altre quantro barch’armade migliara dicisette libre cinquecento, saran in tutto con doi compagnie de Pastrovichi appresso migliara quaranta quatro, libre cinquecento novanta quatro, di modo che può considerare la Publica sapienza che li migliara novanta otto che restan a quest’hora, delli cento e vinti ultimamente capitati, non puotrà supplire che per soli mesi due, poco più.
Mentre dunque la Camera di Zara non havurà a soccomber per le gallere e barch’armade stesso e ch’il peso habbi a portare questa di Cattaro, anco per la Cavalleria, unendos’a questo le occorenze del pressidio et facendos’il chiaro computo, imploro humilissimo l’assistenza benignissima dell’Eccellenze Vostre provedere questa parte a segno uguae al somo bisogno di dannari, formanti e biscotti nel modo almeno che la necessità non si ristringa a tempo d’inverno, mentre se le provigioni non sono all’hora pronte, li soccorsi sendo molto lontani e somamente difficili, non puotrebbe che temersi consequenze pericolose e gravi.
Quando giunga la cavallaria, dovurà esser proveduta del recovero d’habbitationi al capo del scoglio verso la campagna, ove altre volte assisteva e fabricarvisi anco un ponte di legno, com’era prima, mentre vedesi questo di già totalmente distrutto e l’habitationi stesso scoperte e meze distrutte, doppo che fu levata fra gl’altri bisogni, è necessaria la quantità di legname e taccole, come dall’alligata nota de periti oltre le feramente e chiodi. Il che porto pur riverentissimo a notitia dell’Eccellenze Vostre, suplicandol’humilissimo compiacersi cometter la trasmissione del stesso legname et altro del che suplico anco l’eccellentissimo signor Generale, mentre ve ne fosse in quelle monitioni da dove se fosse inviato quello poi giungesse per comissione di Vostre Eccellenze, si conservarebbe in questi depositi e fra tanto farà riparar al meglio che si puotrà, con quello s’ha in questi Publici magazeni.
Il ricorso de gl’accennati rinforci che è per inviare l’eccellentissimo signor Generale, lo porta per tutte l’occorenze del publico servitio a questa parte et per operar massime il divertimento delle fabriche del Sangiacco Cenghiich, note alla Serenità Vostra. Il divertimento stesso circa il forte ch’hor continua a Cullassine per la distanza di tre giornate di camino in paese, puoca apparenza d’attachi puotendo con questo portarsi verso Castel Novo, non resta che poner li maggiori sforci a travagliarlo mentre s’avanziasse in più comodo distanza, per dar mano all’altro nel paese di Nixichi, nel qual caso per il gran pregiuditio ch’apporterebbe quast’altro edifficio, come havurà conosciuto l’alta virtù dell’Eccellenze Vostre, converebbe applicarsi ogni maggior cura d’ingelosirlo maggiormente che si puotesse verso Castel Novo, et travagliarlo almeno nelle parti vicine del paese sopra le rive, da che puotesse sperarsi valido divertimento et sopra ciò apunto havurà sotratto pienissimo lume la singolare sapienza dell’Eccellenze Vostre da mie ossequosissime di ultimo caduto. Spero bene che giunto esso soccorso valerà ad animar non puoco li popoli di Zuppa et nell’occasioni che il Sangiacco di Scutari rittornasse diffender più validamente questi luochi a presservatione de sudditi et a maggior servitio della Serenità Vostra.
Le fuste di Dulcigno che già sortirono colla galeotta, come raguaglia riverentemente la Serenità Vostra nelle mie di 9 corente, sono ultimamente ritornati alle lor rive mal contente, senza loro frutto alcuno, scostatasi però la galeotta medesima, credesi per ritrovar le compagne già perse di cui qui non s’ode sentore alcuno.
Hoggi col ritorno del caichio che portò lettere da Costantinopoli per Vostra Serenità, tengo le benignissime ducali di 8 corente che fra gl’altri capi mi comettono il procurare la provigione di farine, col cambio di sali. Piacue a Dio che ciò potesse sortire, mentre sin hora ho incontrato sempre le difficoltà, poichè tanti sono li debiti di questa Camera a stipendiati e salariati, che quando non venissero tal volta contentati con qualche portione di sale in loco di dannaro, sarian molto più estreme le mie agitationi, onde da ogni parte e proveduto il monte di Sali in modo che puohissimo spazzo ne fa la gabella tutta che tempo espressamente prohibito, che altrove non se ne possi comprare qui in città ad effetto di smaltirli per dannaro e suplire in alcuna parte a bisogni. Pure n’havurà in continuatione la mira tutta al possibile, ma s’acertin Vostre Eccellenze che queste provigioni non posson validamente sperare che dalla lor mano colla trasmissione de grani o di qualche opartata quantità di dannaro per tantar a poc’a poco l’università a questo tenue mercato de farine.
Col stesso caichio mi capitano pure ducali per l’eccellentissimo signor Capitan Generale ch’essendo passato per questa acque verso Levante a 12 le trasmetto con caichio espresso per Corfù. Gratie etc.
Cattaro a 25 agosto 1651.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.
Allegati: polizza per la costruzione del ponte (1 c.); sei rendiconti sulla quantità di biscotto, vino, sale e viveri in generale di cui necessità la piazza di Cattaro (4 cc.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 2.
Trascrizione di Giulia Giamboni.