29 luglio 1682 Bernardino Michiel
Dispaccio del 24 luglio 1683
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
avvicinandosi il tempo d’affittare il dacio dell’imbotadura di questa città e territorio, non trallascia la mia applicatione d’indagare sopra gl’incanti, se v’è alcuno che intenda abboccarlo. Nell’uso però di molte prove sin qui fatte, non ho pottuto trovar chi v’aderisca, e pur deve havere il suo principio dopo l’ultimo del corrente mese. La causa che ogn’uno s’allontana dal lievo del dacio medesimo, proviene per l’annata scarsa d’uve, a causa dell’universal sicità, et tempesta caduta in queste vicinanze pochi giorni sono. Questo dacio fu la passata condota deliberato a Nicolò Torre per lire 2.944 valuta corrente, suma anco eccedente agl’anni antecedenti; ma nella ventura condotta non veddo vi sia dispositione in alcuno; onde con giusto fondamento mi persuado chiamarà la neccessità qualche degrado, quando non assentisca Vostra Serenità che habbi a correr per conto publico, che sarebbe un aventurarlo a gravissimo discapito.
Sotto li riflessi sapientissimi di Vostre Eccellenze io porto per capo di debito queste riverenti notitie, per quelle deliberationi che conosceran aggiustate. Gratie etc.
Capodistria, 24 luglio 1683.
Bernardin Michiel, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 66.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.