29 luglio 1682 Bernardino Michiel
Dispaccio del 1 novembre 1683
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
invigilando anco ne gl’ultimi periodi della mia carica all’interesse di Vostra Serenità, et al divertimento de’ pregiudicii che di quand’in quando le sono inferiti, ho a’ giorni passati fatto scorrere questa barc’armata per le riviere della provincia. Gl’è sortito di rittrovare nel porto d’Orsara un vassello napolitano grande di due coperte, nominato Iesù Maria, con carico considerabile d’oglio, e con strettagema penetrarvi dentro e fermarlo. Quest’è partito da Galipoli, per quanto dimostrano una fede di quel Vice Console e polize di cargo, ma le contrarietà che si scoprono nei tempi che furono formate, fanno dissumer falsa essa fede, dimostrandola anco tale li constituti ch’ho fatti rillevare; onde, affacciatosi un evidente sospetto di deffraudo all’interesse rillevante di Vostra Serenità, accresciuto dalla voce sparsasi in Parenzo, che fosse drizzato alla Punta di Goro et dal non haver sino all’hora provisto di pedota, l’ho obligato ad una diligente perquisitione, la quale, terminata col fondamento delle leggi della Serenità Vostra, l’accompagno con scorta de’ soldati all’obbedienza del Magistrato Eccellentissimo Sopra Dacii. L’ho copreso in ogni forma incorso nelle trasgressioni perché rimane sprovisto di quei recapiti che sono prescritti dalle medesime leggi, et viveva in libertà di pregiudicare all’importanza de’ suoi dacii col trasferirsi, se non era fermato, in ogn’altra parte che nella Dominante. Tutto porto alla notizia sovrana dell’Eccellenze Vostre, per intiero adempimento del mio debito. Gratie etc.
Capodistria, primo novembre 1683.
Bernardin Michiel, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 66.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.