29 luglio 1682 Bernardino Michiel
Dispaccio del 2 novembre 1683
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
termina tra’ momenti la condotta del dacio dell’oglio di questa provincia, capitale più considerabile di questa Cassa, onde seguendo gl’ordinarii stimoli del mio debito in tutto ciò che riguarda l’interesse di Vostra Serenità, non ho mancato di condurmi molte volte sopra l’incanto per deliberarlo, ma l’annatta scarsa d’olive, fa ch’ogni uno s’alluntani dall’abboccarlo, né vi è speranza di miglior fortuna, nonostante che vado repplicando l’andata ed i tentativi per affittarlo. In stato tale andarà disponendo soggetti di maggior esperienza e fede ch’habbino a dirigerlo, già che inevitabilmente deve camminare per conto publico.
Potrebbe essere, che nella ventura primavera, accertati li daciari, conferente il solito, dell’abbondaza d’olive, applicassero all’hora levarlo. Sarà parte di quel zelo, ch’accompagna l’Eccellentissimo mio successore, vantaggiare a quel tempo l’interesse di Vostra Serenità, com’io non trascuro occasione alcuna valevole a testimoniare la propria devotione. Gratie etc.
Capo d’Istria, a’ ii novembre 1683.
Bernardin Michiel, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 66.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.