13 febbraio 1700 Alessandro Basadonna
Dispaccio del 6 dicembre 1700
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
applicata la mia debolezza all’importante materia de dacii, unico sebben debole fondamento di questa sbilanciata publica cassa, m’è anco sortito, coll’uso delle praticate diligenze e continuati incanti, il deliberare li più importanti che vi sono maturati, e che si maturano nel tempo che devo sostenere questa carica, o senza divario delle condotte delli anni dieci passati, o con publico vantaggio, trattone il solo dell’imbottadura, che con gli incanti principiati sino l’agosto decorso, e con le persuasioni più efficaci a soliti conduttori, non mi è sortito ritrarne esibitione maggiore di quella che, inserta segnata n. 1, humilio all’auttorità riverita dell’eccellentissimo Senato, con le note distinte, segnate n. 2, di quanto s’é ricavato l’anno decorso, ch’é andato per conto di Vostra Serenità, e di quanto è stato affittato li dieci anni passati; non lasciando di riflettere alla publica maturità la scarsa raccolta de’ vini dell’anno presente in tutta questa provincia, e particolarmente in questo territorio, a causa delle tempeste, difficulta l’esibitioni maggiori; né lascierò ad ogni modo di procurare con l’impegno di tutta l’applicatione l’avvantaggio del publico interesse anco in questo incontro.
Il dacio del bezzo per orna che si misura in questa città, et il dacio della grassa sono stati da me deliberati, il primo per lire 106 valore corrente all’anno per anno uno; il secondo per lire 160 buona valuta per anno uno giusto alle condotte delli dieci anni passati, come nella nota segnata pure n. 2.
Il dacio del pane, che per le esigue condotte delli dieci anni passati è stato sempre affittatto per lire 1.703 buona valuta per ogni condotta d’anni due, è stato da me deliberato per la condotta corrente pure d’anni due per lire 1.925 buona valuta, che sono lire 222 buona valuta di avvantaggio delle cinque condotte passate, che per la praticata delle riscussioni in questa camera rilevano de correnti lire 402, soldi 1.
Questo, sebben tenue vantaggio, considerabile ad ogni modo a riguardo della natura del dacio m’è sortito col stabilire l’accordo con 20 pistore a lire 5 al mese per cadauna, levando al conduttore l’arbitrio di accordarne il maggior numero per sottrarlo dagli impegni, in che per ordinario l’involgono l’auttorità e gli uffici particolari con discapito del dacio medesimo, come l’Eccellenze Vostre riveleranno dall’inserta deliberatione segnata n. 3.
Il dacio della nuova imposta de sali, che è il più importante che cade nel corso di mia permanenza, e del quale si termina la condotta delli 4 anni passati, li 26 del corrente ha incontrato maggiori difficoltà per stabilirne a questa Camera la solita contributione, a causa che, cambiati li daciari alle mude imperiali, usano nel loro impiego tutta l’attentione più rigorosa, e si vede da due mesi di gran lunga minorato il concorso degli austriaci, che sogliono venire a levarne. Tuttavia regettate altre offerte minori con l’uso de replicati incanti, e con la forza delle insinuationi, mi è sortito di deliberarlo per ducati 6.575 giusto alla condotta passata e maggiore all’antecedente, con li soliti accrescimenti e con le conditioni passate, e bonificationi espresse nell’ingiunta polizza d’offerta, segnata n. 4, che sono le stesse decretate dalla publica auttorità li 8 agosto 1697 nella condotta delli 4 anni passati, copia della quale pure humilio alla sovrana sapienza, segnata n. 5, onde con la norma delle publiche prescritioni possa a sodisfazione maggiore e ricercata dal conduttore stabilirne l’accordo.
Quella stessa difficoltà, che ha incontrato questo dacio nella sua deliberatione, contribuisse anco nelle maggiori angustie questa città, che non havendo modo di esitare li suoi sali e pochi vini, non sa dove ritrarne dinaro per la provisione de grani, che per la ristrettezza e sterilità del territorio deve per nove mesi dell’anno procurare altrove. Onde questi Sindaci mi hanno pregato di humiliare a piedi di Vostra Serenità le lacrime unite di questi sudditi nell’ingiunta supradetta, come faccio. Gratie etc.
Capodistria, 6 decembre 1700.
Alessandro Basadonna, Podestà e Capitanio.
Allegati: n. 1, copia dell’offerta sopra al dazio dell’imbottatura (1 c.); n. 2, copia tratta dal libro delle deliberazioni de’ dazii, esistenti in questa magnifica fiscal camera di Capodistria (1 c. r-v); supplica dei sindaci di Capodistria, per la protezione del commercio del sale di Capodistria (2 cc.); n. 3, copia tratta dal libro delle deliberazioni della camera fiscale di Capodistria, riguardo all’incanto del dazio del pane (1 c.); n. 4, copia della polizza d’offerta sopra al dazio della nuova imposta de’ sali (1 r-v); n. 5, copia dell’offerta sopra il dazio della nuova imposta del sale (1 c. r-v).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 81.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.