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9 ottobre 1698 Nicolò Morosini

Dispaccio del 4 gennaio 1700

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
ha humiliato alla Serenità Vostra l’illustrissimo Podestà d’Albona in sua 9 ottobre decorso, che più baluardi di quella terra siano per seppellirsi nelle proprie ruine. L’illustrissimo Conte e Proveditor di Pola, in altra 20 detto, che li quartieri di quella fortezza siano già caduti, cadente la chiesa e il cannone, senza letti per terra; sopra tali notitie s’è degnata nelle riverite ducali 28 novembre passato, rilasciarmi due incarichi, l’uno di far rilevare il preciso de danni, e de bisogni che emergono in essi luochi non solo; e l’altro anco nei altri luochi tutti di questa provincia. Ho attese le diligenze, per eseguire questo publico comando con la dovuta pontualità, così mi vedo precluso l’esser, per la mancanza di proto, o ingegnere a questa parte, che ne habbia la dovuta e necessaria cognitione, per rivedere li bisogni e tutti li luochi della provincia, che sono nove a marina, e dodeci fra terra, tra città, terre e castelli, che posso che nuovamente rassegnare a notitia dell’Eccellenze Vostre ciò che partecipai esser occasione della visita nell’humilissime mie 8 giugno decorso. Che le città di Parenzo e Cittanova, com’erano già non molti anni derelitte, grazie a Dio si vanno rehabilitando, a segno tale che non v’è più veruna casa vuota; Parenzo alla parte de mare ha per alcuni passa la muraglia caduta; Cittanova tiene bisogno d’esser restaurata parimente nelle mura e dell’escavatione di quell’orto, per il che giungendo le supplicazioni de habilitanti, con più deretti dall’Eccellenze Vostre le fu commessa facoltà di poter tagliare roveri mille ottocento sessanta, per ricavare ducati tre mille doicento cinquanta, calcolati per la spesa, e come più difficilmente appare da ducali 1694, 19 agosto, et altre posteriori, comandata l’essecutione anco delle mie debolezze, e per l’effetto ho rilasciati gli ordini necessarii.
Il castello di Muggia, da che inchinai nelle riverentissime mie 22 decembre 1698 l’esser intiero del medesimo, che servirono per risposta alla supplica presentata da quella fedelissima comunità, il peggioramento si è fatto maggiore col progresso del tempo, poiché a pena di presente vi è tanto coperto buono, che serva, per li dieci pezzi di cannone, qualche moschetto et altro che esiste anco colà.
Et perché il nobil huomo ser Nicolò Balbi Castellano, per modum provisionis, renontiò la carica, partecipata con le divotissime mie 20 ottobre 1698, dall’hora e tuttavia si ritrova, se non coll’assistenza de giudici d’essa terra, a’ quali feci consegnare per l’inventario le dette armi, sin tanto che dall’Eccellenze Vostre fosse nominato il successore, per la sua conservatione. Da quel tempo sin al presente deve essere a publica dispositione il stipendio di ducati dieci d’esso Castellano, e due soldi al mese, per due soldati che non hanno servito, in cassa di quella comunità, che ha l’obbligo di corrispondere che rilevano in tutto ducati cento ottanta in circa, per il che col zelo mio verso il publico servitio raccordarei, si potrebbero impiegarli nel reparro de coperti et altre necessità di detto castello, et tale stato osservato da me coll’occasione dell’altra visita dell’oglio.
Al castello San Leone di questa città, li ho fatti aggiustare nel coperto col danaro d’una condanna, permessami in ducali 8 novembre di detto anno 1698, così è in altre necessità d’esser conosciute al perito. Tanto sottometto alle mature riflessioni di Vostre Eccellenze per obbedir quel più mi fosse imposto anco in questi giorni dalla carica, nella quale ho havuto l’honore di servirle. Gratie etc.
Capodistria, a dì 4 gennaio 1700.

Nicolò Morosini, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 81.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.