9 giugno 1697 M. Michiel Salomon
Dispaccio del 4 agosto 1700
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
ho veduto per commando di Vostra Serenità in lettere del nobil huomo ser Alessandro Basadonna, Podestà e Capitanio di Capo d’Istria, dirette all’eccellentissimo Senato de dì 22 giugno 1700, che pieno di zelo e di fervore, suggerisce alcune nuove regole da osservarsi nel maneggio delle cariche del santo Monte e fontico: ambi importanti e ben degne dei savi arricordi della di lui matura prudenza, sopra le quali si compiaque la sovrana auttorità commandarmi che rispondi quanto alle leggi, onde io pieno d’obbedienza e di fede rassegno con tutta l’humiltà l’opinion mia sotto gli infallibili riflessi dell’eccellentissimo Senato.
Per il ristretto numero de cittadini negli anni remoti, erano brevi le contumacie di tali cariche, ma con l’augmento di quelli, s’è prolungato al termine di un anno intiero le contumacie d’ogni impiego così del Monte, come del fontico, che porti in se stesso maneggio. Così fu stabilito dalla felice memoria del nobil huomo ser Alessandro Morosini l’anno 1661, e dal nobil huomo ser Lorenzo da Ponte l’anno 1665, et ognuno di questi atti in ogni tempo per suo indubitato fondamento ha havuta la real confirma dell’eccellentissimo Senato. Et perché li maneggi di tale natura, quanto più sono difesi dai pericoli, o di tardi, o di non intieri rendimenti di conti, tanto più merita la publica approvatione, e per questo l’esser stato ordinato, che le contumacie de debitori di Monte e fontico, non principino se non dall’intiero suo saldo, credo per mio debole sentimento che sia un forte e ragionevole appoggio alle leggi suddette, da che ne può derivare il desiderabile effetto che il dinaro tanto più presto si ridduca nella publica cassa, quando al presente se fosse trattenuto nelle borse dei sopraccennati amministratori per la maggior parte della contumatia in questa maniera può dirsi che parta per pochi giorni dalle lor mani, e quasi serva piuttosto a comodo privato che a universale beneficio.
Merita pure, che l’infinita prudenza dell’eccellentissimo Senato autentichi l’altra cauta e savia ordinatione, che li cassieri del fontico che fossero debitori di formento nel tempo della rinontia, siano appostati debitori alla cassa del dinaro, ragguagliando il formento al prezzo maggiore ch’è corso nel fontico nel tempo del suo maneggio, che così toglie a suddetti la speranza di attender qualche avvantaggiosa occasione di comprar formenti per risarcire il suo intacco, godendo essi quell’avvantaggio che dovrebbe esser stato del publico lucro. Con che havendo obbedito, per quanto la mia debolezza mi ha permesso, al regio comando di Vostra Serenità, non posso che humiliarmi ai sapientissimi voleri dell’eccellentissimo Senato, e con applaudire alla gran virtù del nobil huomo suddetto, che all’esempio de’ suoi maggiori né scordandosi mai di se stesso, non risparmia né vigilie, né travagli per far fiorir in quella provincia il regno della giustitia e della pace, haverà col suo solito della sua matura prudenza per levar quei disordini che possono nascer per le ballottationi in un Consiglio composto de cittadini di candidi costumi, e di popolari interessati, formato quei ordini, che nella sua motiva, sul fondamento della giustitia e dell’equità, onde non può esser se non utile, quello ch’è ragionevole. Gratie etc.
Li 4 agosto 1700.
Marco Michiel Salamon, ritornato di Podestà e Capitanio di Capo d’Istria, mano proprio (...).
Allegati: copia del dispaccio di Alessandro Basadonna, del 22 giugno 1700 (1 c.). Copia di parte degli ordini rilasciati da Basadonna, per la gestione degli istituti di carità (1 c.).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 81.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.