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9 maggio 1700 Domenego Balbi

Dispaccio del 9 maggio 1700

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
il decoro della rapresentanza di Vostra Serenità oltre all’intrinseco della giustitia consiste anco nel tener li palazzi delle residenze sempre accomodati, così che o non rovinino, come tante volte è successo, o non siano costretti li elettori di provederli d’Alberto, pocco adeguato per aministrar ragione a’ suditi.
Questa piciola casa è in stato così rovinoso che da tutte le parti minaccia cadute; ad ogni modo vi continuo la permanenza, ma non so se questo rimanente che devo trattenermi, come pure il mio successore, potrà continuarsi. Risolvo perciò di humiliar le mie supliche a Vostra Serenità perché avanti succedano mali maggiori, et a scanso di spese più considerabili, ne comandi la restauratione. Come pure, essendo per la sua antichità caduto quasi in polve lo stendardo di questa piazza, imploro la missione d’uno, mentre in queste parti particolarmente è indecoro considerabile la mancanza, come pure scorcerto infinito di questi popoli soliti frequentemente veder appese l’adorate e gloriose insegne di Vostra Serenità. Inchino questi riverentissimi sentimenti et ossequiosissime suplicazioni, per il publico vantaggio per ogni riguardo di convenienza, sopra di che attenderò li comandi supremi di Vostra Serenità a cui m’inchino. Gratie etc.
Grisignana, li 9 maggio 1700.

Domenego Balbi, Podestà.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 81.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.