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13 febbraio 1700 Alessandro Basadonna

Dispaccio del 5 marzo 1701

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
sopra l’avviso portato dai Proveditori alla Sanità di Trieste a questi di Capodistria con lettere delli 21 febraro passato, da loro havuto dalli Consigli di Gratz, che in Gradisca e Grativa, luochi della Croatia, si fosse scoperto principio di mal contagioso, io immediatamente ne preavertii tutti li rappresentanti della provincia, isole del Quarner, e Fiume rispeto a se stesso, et altri luoghi di quel litorale austriaco riguardante la Croatia. Così al Capitanio di Pisino, incorporato nell’Istria, et eccellentissimo misser Capitanio di Raspo, perché fosse invigilato e per mare, e per terra con tutte le buone precautioni per la custodia di questa provincia. Ne spedii anco in diligenza per via dell’eccellentissimo signor Proveditore Generale di Palma, le notizie dell’eccellentissimo Magistrato alla Sanità della Dominante, per attender i suoi prudentissimi ordini a regola delle ulteriori mie deliberazioni.
Nel progresso di questo tempo mi sono con un’istessa occasione capitate due lettere di loro eccellenze delli 5 e 12 dell’istesso scaduto mese di febraro, di essersi scoperto il medesimo male in Costantinopoli, alcune isole dell’arcipelago, villa di Ratiani, meza giornata distante da Butintro, e le seconde delli 12 mi avvisano di essersi avanzato il male in Bossnia nella città del Serraglio e vicinanze, partecipato dall’eccellentissimo Proveditor Generale di Dalmatia. Sopra questi nuovi e maggiori accidenti massime nella Bossnia, che tanto riguardano le province di Vostra Serenità in Dalmatia, e luoghi d’Albania, io feci nuova espedizione a tutti li rappresentanti e corrispondenti sopradetti, perché fosse maggiormente invigilato al divertimento d’ogni sinistro.
Penando le venerate commissioni dell’eccellentissimo Magistrato per le difficoltà del passaggio del golfo, risolsi a buona cautella d’introdur l’uso delle sedi di questa provincia, e penetrato poi da constituti di patron di marciliana capitato dalla Dominante a prender carico di sale di publica ragione, e da posteriori lettere particolari, che loro Eccellenze havessero sospeso oltre la Dalmatia, l’isole del Quarner, fiume Bukari e Segna, io credei bene di valermi dell’esempio e preventivamente all’arrivo de loro comandi di praticare l’istesse cautelle e prohibire il comercio con le medesime isole e luochi sospesi. Di tutti i miei passi ne ho fatto partecipe l’eccellentissimo Capitanio di Raspo, che invigila anch’esso con la sua prudenza a ritraher lumi dalle parti interiori nel Cragno, et al Capitanio di Pisinio perché, separandosi anch’esso, resti unito alla comune difesa della provincia, come nelle passate occasioni è stato osservato, rispetto d’esser così unito, che il custodirsi da esso contado sarebbe cosa difficile ma molto più perché egli s’attrova veramente alla conditione di tutti li altri luochi dell’Istria, e le altre volte ha fatto le parti sue nella buona difesa; e con le medesime deliberationi sono prontamente concorsi anco li signori triestini senza haver alcun immaginabile riguardo a separarsi dalli luoghi arciducali del Quarner, et a sottoporli a rigorosa contumacia, pronti di avanzare i loro sentimenti a Gorizia, Castel di Duino, e Lubiana, perché da tutte le parti sii accudito alla comune preservatione.
In questo stato di cose, come dalla mia parte ho adempito a tutte le più necessarie cautelle, così la materia importantissima è di massima conseguenza, mi ha tenuto occupato tutto questo tempo, senza però divertire il mio debito dalle altre cose naturali dell’impiego, accresciute e alla carica particolare, e dal Magistrato unito, maggiore per avvicinarsi al fine del mio reggimento.
Confesso a Vostra Serenità la mia debolezza, insufficiente a separate incombenze, ognuna de quali ricerca tutto l’uomo, e non essendo consolato con alcuna risposta a triplicate mie lettere dell’eccellentissimo Magistrato, mentre espongo alla Vostra Serenità l’esecutione delle mie parti genuflesso col più profondo del cuore, la supplico in una congiontura così grande di soccorer le mie impotenze con quelle deliberationi che fossero credute più addatate, e più proprie alla somma publica providenza. Gratie etc.
Capodistria, 5 marzo 1701.

Alessandro Basadonna, Podestà e Capitanio.

ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 82.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.