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8 aprile 1651 - 1652 Marco Bembo

Dispaccio del 8 febbraio 1652

N. (senza numero).

Serenissimo Principe,
io son necessitato rinforciar sempre i riccorsi humilissimi a Vostra Serenità per le proviggioni necessarie in questa importantissima piazza perchè veggo pur sempre accressiute le miserie in questo pressidio nelle barch’armade et in tutte le occorenze più importanti di Publico servitio, da tanti mesi non essendo comparso pur un minimo sussidio a compenso delle callamità evidenti delle militie tutte. Li cinque mille ducati delliberati per l’occorenze stesse, come l’Eccellenze Vostre m’avisano in ducali di 16 decembre in questi giorni ricevute, sono attesi da me con quell’ansietà che conviene al riparo de bisogni si urgenti, non sapend’ove più rivolgermi, quando ben tosto non pervengano, onde se ispediti non fossero al giunger di queste il che ne devo, nè posso temere, suplico Vostre Eccellenze humilmente ad ordinare altro ripiego di soccorere a gl’accennati bisogni, giunti all’estremo. Il stesso dannaro arivato che sia, ben comprenderanno l’Eccellenze Vostre da calcoli già trasmessili, dover esser intieramente devuto per le sodisfationi decorse; degninsi però con la soma loro rettitudine e carità refflettre anco all’avenire, perchè una piazza tanto gelosa et importante non resti destituta nelle contingenze più peircolose della prossima campagna che s’avicina, a tal fine havendole con le mie riverentissime de di 10 genaro passato, rapresentato le penurie di tutto quello si recchiede per il suo sostentamento.
E’ arivato il vassello di Patron Piero Petrina con mille stera di formento, che faccio discaricare e valerà a qualche grado di reparo tra le rapresentate angustie. Il rimanente delliberato da Vostre Eccellenze, come mi signifficano, quanto prima capiti, tanto sarrà più profittevole a Publici interessi per poter il tutto riddursi in farina, durante l’uso di questi mollini che passato il mese d’aprile per l’ordinario si ridducono all’assiuto et (?) maccinar in luochi più distanti, e accompagnato da dispendiosi discapiti e pericoli già signifficati a Vostre Eccellenze.
L’essito de Sali procuro con tutta l’applicatione che può render proffitevole et consolomi d’haver ben incontrato le sodisfattioni di Vostre Eccellenze, con haver da molti mesi rigorosamente prohibito a quelli delle barch’armade l’accostarsi per tale o per qualunque altro negotio alle riviere dell’inimico, avedutomi che per molti capi era pericolo il loro negotiare con Turchi, (?) sudditi. Mi prevaglio nel stesso affare del Capitano di Perasto persona di molta desterità e di tutta fede, puoco però sin hora ha puotuto smaltire, continuando i pregiuditii già spiegati a Vostre Eccellenze di trovarsi quantità de sali appresso pri(?) moltiplici che da tant’anni lo hanno reccevuto in conto a loro credito col Publico.
Le fuste di Castel Novo si vanno riparand’a tutto puotere di quei Turchi e teng’aviso ch’habbino sin a quest’hora (?) cinque che cominciano lassiarsi vedere ad oggietto di qualche sorpresa de vasselli che vengono, o partono da questo canale.
Non è capitata ancora alcuna gallera et le barch’armade assistenti a questa guardia, io tengo quanto più posso allestite per ressister ad ogn’attentato inimico e divertir i danni a sicurezza di questi sudditi. Gli miei ecitamenti però sono sempre corisposti dall’apprensione de loro languori, per non haver con che sostentarsi et dalle richieste di quello che pur troppo se li deve, ma che io non ho modo di contribuirli.
Il Sangiacco Giusufbegovich di Scutari s’è pur fatto sentire in questi giorni, dalla parte di Zerra havendo fatto espeditione di buon numero delle sue genti, quasi tutte dei monti di Barda, che portatesi di notte tempo sopra Maini e Pobori hanno abbruggiato due case assai remote dall’altre et fatto schiavo un putto solo. Non hanno ardito inoltrarsi maggiormente, avedutisi d’esser si quei popoli, come li Pastrovichi, li Zuppani e gl’altri di questo teritorio tutto in arme, con guardie bastevoli a passi opportuni, a che erano preordinate da me le più desiderabili avertenze, onde l’è convenuto tornar a dietro, senza far altro tentativo. Ne porto l’aviso a Vostre Eccellenze et in conformità all’eccellentissimo signor Procurator Proveditor General Foscarini et prosseguisco nel far continuare l’accennate guardie a divertimento d’ogni male, in che prego Dio mi assista, come le sue sante beneditioni.
In mie riverentissime lettere de di 17 decembre caduto, haveranno Vostre Eccellenze intesa la confirmatione indubitabile del disfacimento delle due fuste di Dulcigno et l’instanze ben giuste della famiglia Caruzzi, per la recognitione che sperano dalla Publica munifficenza con quel più, ho stimato bene considerarle al Publico servitio e ne attendo le sapientissime loro ressolutioni.
Corre il terzo mese da che capitorno gl’ultimi setanta tre migliara di biscotto, quand’apunto all’hora erano constituiti questi depositi in totale loro mancanza, nel qual tempo ben può comprendere l’alta virtù di Vostre Eccellenze, il consumo che ne più essere seguito del medesimo et la tenuissima portione che vi resta al presente in queste monitioni, suplicole per ciò humilissimo di nuova ma solecita espeditione di provigione copiosa per la vicina campagna. Gratie etc.
Cattaro a 8 febraro 1651 more Veneto.
Marco Bembo Proveditor Estraordinario.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Cattaro, b. 3.
Trascrizione di Giulia Giamboni.