13 febbraio 1700 Alessandro Basadonna
Dispaccio del 9 gennaio 1701
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
il dacio delle hosterie di questa città, cioè del vino a spina, corre per conto publico da primo decembre passato sino al presente. Moltiplicati gli incanti, s’è finalmente havuto l’offerta da Pietro Ombrella per lire 1.762 buona valuta, prezzo delle condotte passate, ma per anni quattro, e con espressa conditione in caso di serrar i passi per causa di contagio o di altri accidenti, da esserle bonificate lire 4 al giorno, giusto quanto è stato praticato nella passata e precedenti condotte, come nell’alligata nota del vostro scontro di Camera; rispetto alle quali conditioni, et al tempo dupplicato, essendo cadauna condotta di anni due, resta sottomessa al beneplacito sovrano per le proprie deliberationi.
L’attentione mia al stato deplorabile di questa Fiscal Camera mi fa rifletter alla perdita, che essa va col progresso del tempo giornalmente facendo, de’ livelli detti preghi, fondati sopra terreni inculti, assignati anticamente dal Prencipe a’ capi di famiglia per coltivarli, e dar alettamento alla sussistenza de poveri sudditi. Questi livellarii in numero di 171 pagavano in tutti all’anno lire 356 soldi 12, in ragion di sei per cento per capitale in tutto di lire 5.944, de quali lire 2.197 sono totalmente inesigibili e perduti con li pro corsi per l’importar di lire 10.333 soldi 8, essendo centenaia d’anni che non han pagato, né si trovano detti nomi, né heredi, né meno li fondi obbligati, e per il capitale di lire 3.737, che resta in essere delle sopradette lire 5.944, moltissimi vanno in resto, e si esige con grandissima difficoltà il pro. Divisi li fondi a misura di quello, si van crescendo e separando le famiglie sino a otto e dieci persone, si constituisce il pagamento a pochi soldi per famiglia, e perciò tanto più difficile da esigersi; per questo col tempo si van consumando le memorie, e perdendo le publiche ragioni, tanto più che nella Fiscal Camera non v’è catastico di questi fondi, né mezzo da trovarli, mancando di questo buon ordine tutta la provincia, né somministrando i libri della Camera altro lume che le partite, il credito sussiste più nella volontà de livellarii che nella forza della giustitia. Sparsi li fondi per tutte le ville di questa giurisditione le due Xasich, e Popecchio pagano lire 83 soldi 6, e quella di Berzonizza lire 41 soldi 12 in rate due all’anno. Per li livelli di queste tre ville v’è chi applicherebbe alla compreda e forse anco che con quest’esempio s’incontrarebbe per li altri livelli qualche esibitione.
Siccome io credo di publico servitio, e di sollievo di questa Camera angustiata e piena d’obbligazioni, e di aggravii l’esito de livelli o preghi, che ormai rendono insensibile il pro così, se s’incontrasse la proposta nel sovrano riflesso di Vostra Serenità, io impiegarei conferentemente al suo servitio la mia divota applicatione.
Gratie etc.
Capodistria, li 9 genaro 1701.
Alessandro Basadonna, Podestà e Capitanio.
Allegato: nota con la dichiarazione dell’entità del dazio alle osterie, stilata da Giovanni Battista Vivari (1 carta).
ASVe, Senato, Dispacci, Istria, b. 82.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.