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1621 Antonio Barbaro

Relazione

Relazione di Antonio Barbaro ritornato di provveditore in Dalmazia e Albania 

 

Serenissimo prencipe, illustrissimi et eccellentissimi signori

Nell’obligo che tengo di riferire alla Serenità vostra le cose da me stimate degno di notitia sua, per occasione del generalato in Dalmatia et Albania impostomi da lei oserò il difondermi sopra la qualità et natura de confini et confinanti, quanto de territori et molti altri particolari intesi dall’Eccellenze vostre da tanti illustrissimi loro rappresentanti et mi restringerò alla sola espositione delle cose da me operate et osservate per publico servitio.

Partii da Venetia a primi di novembre per Zara. Ivi giunto a pena, per espresso commando di Vostra serenità, m’incaminai verso Cattaro a drittura, per le soversioni scabrosissime di quei sudditi et altri confinanti delle cinque ville chiamate del Sboro di San Michiele. Sito di tanto dubbio per la sua vicinanza a Castelnovo. Presi a Spalato per viaggio le debite informationi intorno a tal negotio et all’armata ancora, dal signor Antonio Civran ultimamente ritornato di proveditor, pieno d’isperienza sendo egli passato per tutti i carichi et commandi di mare, pervenni pure a Cattaro. Ritrovai alienate totalmente esse cinque ville dalla devotione et obedienza delle Signorie vostre eccellentissime, onde poco essendomi valso l’usare desterità et dissimulatione, mi convene essercitar il rigore et col castigo dell’ultimo supplicio, dato ad un solo d’essi, frenai et colla reconciliatione che feci seguire tra loro e cattarini, che per corso di molt’anni precedenti s’eran fra loro sanguinati, repressi la temerità, terminai le discordie et col mezo di buona et stabilita pace ravivai il commercio fra loro, prima non senza considerabil pregiuditio publico sospeso. 

Con occasione delle paghe, nella stessa piazza da me fatte fare alle militie a piedi et a cavallo, le revidi tutte, purgai et consolai, come ho anche fatto ne’ gli altri luoghi della provincia, haverei anco rimesso qualche soldato, secondo i bisogni delle compagnie, quando si havesse in quelle parti potuto, come non si può, ritrovare pur un huomo da rimettere.

Veduti da me i libri di quella camera, come di tutte le altre di Dalmatia, tenuti (non lo devo tacere) con poco buon ordine, ho con terminationi regolata per modo la scrittura che e per questo rispetto et per l’essatione fattasi di qualche somma di denaro da debitori et per quella suppono sarà fatta da quei clarissimi reggimenti da me in ciò strettamente incaricati, spero ne riceverà la Serenità vostra non mediocre benefitio.

Scansai come spesa doppo gli ultimi moti soverchia, molto prima ordinata ma per mancamento di denaro inessequita, quella di ducati 600 all’anno ch’ella faceva in stipendiare un governatore con 20 soldati a Budua.

A stipendiati in virtù de semplici terminationi de rappresentanti publici, senza l’approbatione di questo Senato eccellentissimo, ho sospeso i pagamenti, che sono di qualche summa, stimando io esser ben dovere che chi gode denaro publico lo habbia ancora con saputa et con publico consenso.

Diversa ferramenta da me nel riveder tutte le munitioni ritrovata non solo inutile, ma che s’andava per il rugine affatto consumando, ho dato ordine sia in questo arsenal condotta con prima occasione opportuna. 

In porto di Santa Croce di Ragusi, trattenuto un giorno da contrario tempo, visitato da quegli ambasciatori, gli ricevei col termine da me stimato proprio et perché hebbi sentore che appresso di loro si ritrovassero due periere et alcuni ferri delle galee già naufragate alla Meleda, feci sotto mano capitare a notitia loro che di ciò ero consapevole, onde essi senz’alcuna instanza s’indussero a farne, come fecero, la restitutione.

Quanti più formenti et altre biave ho potuto, ho anco con la dovuta vigilanza inviato in questi magazeni et in diverse volte sono stati intorno a 20.000 stara. Qui non devo ommetter di riverentemente raccordare le necessità di tenere avvertiti con buoni ordeni et frequenti gli capitani [?] da mare, acciò procurino per ogni maniera il divertir l’introduttion de vascelli forastieri al caricar formenti in Albania, poiché non solo per questo, ma per rispetti maggiori importantissimi, ella riesce di quel sommo pregiuditio ch’è ben noto. Ne capitorno a Zara di me [...] contrabando sopra certo vascello intorno a 120 stara, lo feci subito applicare a benefitio di quelle munitioni, per riparare al lor gran bisogno et ho con stretta terminatione, registrata in quella cancellaria a futura memoria, proveduto, che non si possa in alcun tempo mai diminuir né dipensare né in parte né in tutto, sotto qual si voglia imaginabile pretesto, da quel reggimento senza particolar et espressa deliberatione di questo eccellentissimo Senato, ma che sia secondo i bisogni opportunamente con li medesimi oblighi rinovato a benefitio d’esse munitioni. 

Ritrovai l’escavatione di quel porto prima dall’illustrissimo signor Alvise Zorzi sollecitata, coll’ordinaria diligenza et singolar virtù sua in tutti gli affari, in stato d’esser abbandonata per mancamento di denaro, ne feci ripigliar et continuar l’opera con profitto et servitio di consideratione. Et sicome, non solo per il porto ma per sicurtà di quella piazza tanto principale, fa bisogno tenerlo escavato sempre, così è necessarissimo che o con fosso o con muretto, che più stimerei a proposito, dalla parte di terra ferma si divertisca la sua frequente atterratione, poiché da quella ne riceve notabilissimo danno.

Havendo ritrovato diversi goder feudi et case di ragion publica senza risponder alle camere il dritto delle ricognitioni giusta gli oblighi loro, ho regolato con haver fatto decader dal possesso chi illegitimamente godeva, imposto ad altri recognitioni proportionate ai luoghi goduti et di più in questo particolare lasciato ordini tali, che essequiti m’assicuro apporteranno non picciolo benefitio al publico interesse.

A Liesena vidi la polvere, che è in buona quantità, deteriorata grandemente dall’humidità del luogo dove sta risposta, la feci cavare et solegiare dal signor comissario; et perché buona quantità ivi di biscotto et così a Veglia si andava a gran passi per il rispeto medesiamo marcendo, le feci mescolare col buono et si è già smaltito per la maggior parte nei bisogni urgenti delle ciurma.

Per l’hospitale, da elegersi pur in Liesina, come fu imposto a benefitio de galeoti, ivi transferitomi in persona, ritrovai due luoghi molto proprii et per il sito et per qualche vantaggio che potriano havere l’Eccellenze vostre nella spesa a farsi, atteso l’haver l’uno et l’altro qualche muraglia con buoni fondamenti, havrei dato anco forma alla pia lor mente, quando non m’havesse trattenuto mancamento di denari, per il quale et per quello di biscotto posso con verità dire d’esser stato in continua pena.

A Cattaro in castello non vi è pur un pezzo ch’habbia mantelletto, onde è necessarissima la provisione de legnami per rifar quei letti quasi tutti e del tutto marciti. Mandai con mie lettere de 28 dicembre passato nota de legnami per questo accommodamento si necessari e sebene suppono ne sarà stata già fatta la provisione et commessane l’opera al signor Paris Malipiero, non devo tuttavia ristar di rammemorare, come faccio, riverente all’Eccellenze vostre questo loro interesse importantissimo, né taccio il lor gran vantaggio in fare che tutta l’artellaria in tutti i luoghi habbia i suoi mantelletti, poiché con pochissima spesa in questi, si viene a conservare la grandissima che concorre nei letti.

Altrettanta necessità ha quella piazza di piombo et bombardieri, essendo di sette che devono essere per servitio di quel campo ridotti a cinque soli, vecchi et impotenti. Et è pur quella piazza per esser sola in Albania, circondata dal paese turchesco et dove vive nei petti di quei sudditi la devotione alla Serenità vostra et di più per la distanza del luogo, difficilissimo il soccorrerla in tempo di bisogno, degno d’esser ben proveduta d’ogni cosa.

Tutte l’altre piazze della provincia, eccettuata Zara e Traù, come so d’haver scritto, hanno il medesimo bisogno di legname per l’artellaria et lo havranno sempre con spesa eccessiva, se non vi si provede.

Per simil bisogni si come si fa provederne al regno di Candia per via di Corfù, così loderei si provedesse alla Dalmatia ancora, tenendo ivi un carraro per le occorenze, il che riuscirebbe di più commodo alla provincia tutta et di assai meno spesa alla Serenità vostra. 

Nel castello di San Nicolò di Sebenico, oltre l’istesso mancamento per esser scoperta la piazza superiore, va la pioggia penetrando et marcendo la muraglia e i volti, che perciò sono anco al ruinare vicinissimi.

Per ripararvi inviai l’ingegner Malacreda, qual rifferì di ritorno quanto si legge in sua scrittura inviata alla Serenità vostra con mie de 15 gennaro.

Ritrovai a Spalato sei migliara di biscotto totalmente guasto, così la maggior parte de gli apprestamenti dell’artellaria et della polvere ancora, danni tutti cagionati per solo mancamento de luoghi. Fu gettato il biscotto, gli apprestamenti et la polvere feci ripor in alcuni magazeni voti nel lazaretto de turchi, perché non andasse totalmente a male. È necessario eregger luoghi a questo effetto et sarà anco parte della prudenza della Signorie vostre eccellentissime pensare allo scanso della spesa che hanno in quel luogo di ducati dusento all’anno per alloggiamenti de soldati, il che non potendosi far col denaro di quella camera, essendo in tutte di Dalmatia maggiore la spesa dell’entrata, si potrà supplire con l’applicatione di condanne o altro che parerà più espediente alla somma maturità della Serenità vostra.

Furono molti mercanti turchi, quando fui pur a Spalato, a vedermi, dolendosi vivamente de lor gravi danni, per la tardanza delle galee di mercantia in andare al viaggio et ritornare. Io, se ben so esser ordinarie le loro condoglienze, tuttavia n’hebbero all’hora occasione, poiché eran sei mesi che non comparivano. Iscusai portando il rispetto de pessimi tempi et altro per raddolcirgli, come feci, sarà però bene et di notabilissimo servitio di questa piazza et più che tutto dei datii di Vostra serenità ch’ella con particolar studio miri al far quanto più fia possibile il viaggio frequentare da queste galee, mentre massime col commercio, che si fa sempre maggiore, va crescendo l’invidia e le machinationi altrui per divertirlo.

Intorno a uscocchi, per qualche novità de quali m’è convenuto anco travagliare con turchi confinanti, se bene per la gratia di nostro Signore fatti contenere ne debiti termini, mentre pretendevan risarcirsi nel paese dell’Eccellenze vostre, altro non saprei che dire, se non che attesa la gravità di quella gente et l’inconstanza ne’ ministri imperiali, procedente cred’io dal proprio interesse, s’havrà sempre per mio senso a travagliare o poco o molto. Altro espediente più sicuro non stimerei potersi prendere in negotio si impotante, se non l’andar levando alle occasioni i principali di essi con quei cauti mezi coi quali i prencipi possono et volendo san fare d’avantaggio.

Dell’armata dovrei dir molto, perché grandemente importa, ma era sbandata, non si è in tempo mio potuto unir tutta, poche galee ho veduto, ne ho scritto quanto occorreva et per altro ancora sarebbe forse soverchio replicare il tedio, mentre massime con occasion della rifforma che se n’è fatta, Vostre eccellenze di fresco ne hanno havuto i pareri di tanti senatori che ne tengono ottima esperienza. Tuttavia invitato dalla materia dirò riverentemente, generosa esser stata la risolutione di acrescer la summa di tanta spesa per cavarne miglior profitto et opera di gran pietà esser riuscita l’accrescer il trattenimento a galeotti, poiché le loro stentatissime fatiche lo meritan d’avantaggio. Ma per avanzarsi in quantità o qualità di essi, la dubito di molto poco frutto, poiché manca ogni ricapito per ritrovarne a qual si sia partito. Et credo che tanti per appunto n’habbia la Serenità vostra quanti le sia possibile di poterne havere, restando quasi deserte le provincie de quali in altri tempi ne concorrevano abbondantemente et nelle poche genti che vi rimangono, con l’impiego ad altra lecita o illecita ma più commoda professione, si comprende svanito del tutto il pensiero d’applicarsi a questo. Et quanto a scapoli, poiché in queste due qualità di persone consiste il maggior nervo et vigore per agevolezza et buona conditione che se le sia instituita, nella facilità ch’hanno anch’essi d’altro impiego et specialmente alla militia nelle barche, nella cavalleria et in fanteria, non rimane con qual si voglia avantaggio compensato il danno et il travaglio che le porta l’obligo di custodir li condennati. Et qui per sufficiente rimedio si havrebbe a desiderare, che si come l’institutione de gli huomini di libertà nelle galee sforzate fu sopra tutto perché supplissero a gli occorrenti servitii dentro et fuori, si che li condennati non havessero a rimoversi dalle galee da cattene et da bovoli, nei quali con gran facilità et senza rischio de scapoli stavan custoditi, così vi fosse hora il modo di poter questo utilissimo uso rinovare, se ben ciò vien contrariato et affatto impedito dal ritrovarsi a quest’hora gli huomini di libertà da tanto debito aggravati et in tanta riserva tenuti, che non meno inclinati si devon riputare alla fuga, di quello sian li condennati stessi, onde essendo gli uni et gli altri mal contenti, ugualmente infedeli et disposti alle machinationi et alle novità, rimangono le galee colla sola custodia di pochi officiali et scapoli mal boni, ripiene d’huomini mal affetti et disperati, esposte in consequenza da tutte l’hore a pericoli gravissimi et molto più nel procinto d’affrontarsi con nemici. Rispetti di somma importanza, li quali se ben m’assicuro siano d’avantaggio penetrati dalla publica prudenza, ho nondimeno stimato mio debito di non passarli con silentio. Il rimanente poi de gli ordini della regolatione sì doverà stimare convenientemente buono, né altro a mio giudicio si richiede, se non che siano essi ordini [?] obediti et che quelli a chi speta tengano risolutione constante di fargli essequir in ogni modo et che di qua siano espedite le provisioni a tempi debiti.

Ho finalmente consolati i sudditi con suffragi, con reconciliationi fatte seguir tra loro doppo inimistà lunghe et mortali et con altri mezi debiti seguir tra loro in chi mira a rappresentare con la persona di Vostra serenità anco la sua pietà e munificenza.

Il signor Pietro Loredano, così nell’essercitar la sua carica di conte, come in supplir a quella di capitano et camerlengo, si è fatto conoscere degno rappresentante et meritevole della gratia delle Signorie vostre eccellentissime. 

Né devo passar sotto silentio la virtù del signor Giorgio Cornaro, proveditor già di quella cavallaria, che prontissimo et valoroso in tutte le occorrenze, con haversi fatto a quei confini amar e temer, ha nel tempo della sua carica tenuto lontani i disturbi con gran suo merito et lode.

Il signor Marco Molino, della cui galera mi son valso, non degenerando da maggiori suoi, s’è dimostrato in ogni conto tale, che può la Serenità vostra promettersi da lui ogni servitio compito et honorato, si come dal signor Filippo et Antonio suoi fratelli, l’uno conte a Traù, diligentissimo certo in tutte le cose al suo carico spettanti, l’altro governator di nave armata, così valoroso et da me conosciuto profittevole al publico interesse, che non mi son potuto accommodar l’animo mai a concederle la licenza di ripatriare. Ha egli obediente anteposto col solito zelo di sua casa et persona il servitio publico al suo particolare, onde son debitore di attestar sempre il merito di questa fraterna veramente degna.

Ha medesimamente servito con devotissima prontezza il conte Ascanio Scotto, soggetto da farne stima e per il merito della sua casa et per la propria attitudine al ben servire.

Ho havuto per segretario messer Giulio Muscorno, che indefesso con piena fede et devotione ha servito alla Serenità vostra, vegliando le notti intiere et incontrando allegramente anco i pericoli della propria vita per publico servitio, come in particolare egli fece, mentre di ordine mio, più d’una volta passò da Cattaro a Lustizza per occasione del negotio noto d’avantaggio, nel quale adoperatosi con desterità vivace, posta in timor et obedienza quella barbara et concitata gente, ne condusse otto de principali a miei piedi, come so d’haverne all’hora dato conto, onde et per la servitù fedelissima da lui prestata alla Republica il corso di quindeci et più anni et per la sodisfattione compitissima che ho da lui in questo servitio ricevuto, si rende largamente degno della gratia che hora supplica humilissimamente a piedi della Serenità vostra.

Che è quanto mi occorre rifferire per occasione del mio servitio riverente. Sarà parte della benignità delle Signorie vostre eccellentissime gradire la mia buona volontà, con la quale emulo de miei antenati incontrerò di buonissimo cuore tutte le occasioni di servirle. Gratie.